Rubriche/Ecomia&Imprese/ di Coldiretti Puglia
Arrivano i decreti che salvano la spesa Made in Italy con l’obbligo di indicare in etichetta dal primo gennaio 2022 la provenienza dell’ingrediente principale, dalla pasta al latte, dalla passata di pomodoro ai formaggi, sino ai salumi e al riso.
E’ quanto afferma Coldiretti, nel commentare l’annuncio al XIX Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’Alimentazione del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, che ha firmato i provvedimenti. Si tratta di un passo determinante – sottolinea Coldiretti Puglia – per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti ingredienti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali.
La firma dei decreti garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa ¾ della spesa ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti.
L’Italia, che è leader europeo nella qualità, ha infatti il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari dell’Ue – aggiunge Coldiretti – poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei. Non a caso sono ben 1,1 milioni le firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa dei cittadini dell’Unione Europea “Eat original! unmask your food” promossa dalla Coldiretti, da Campagna Amica e da altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea, per l’estensione dell’obbligo di etichettatura con l’indicazione dell’origine su tutti gli alimenti.
Il provvedimento risponde alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare, scorrendone quella sorta di carta d’identità istantanea che è l’etichetta. Poiché nel quotidiano l’alimentazione è uno dei motori del benessere soggettivo, gli italiani sono sempre a caccia delle informazioni che rendono possibile per un determinato prodotto alimentare la tracciabilità, intesa come la trasparenza su provenienze e connotati dei processi produttivi e distributivi.
L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia. Da allora molti progressi sono stati fatti. Per ultimo è arrivato nel 2021 l’obbligo di indicare in etichetta l’indicazione di provenienza su salami, mortadella e prosciutti, che ha preceduto quello per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018 del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 è entrato in vigore – continua la Coldiretti – l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vige l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario – conclude la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei.