Cronaca/di Coldiretti Puglia.
La “Rete del lavoro agricolo di qualità” è un archivio utile a misurare e ad attestare il livello di legalità di un’impresa. L’importante è che non diventi uno strumento per controlli interforze in campagna proprio sulle aziende agricole che hanno scelto un percorso di trasparenza e di etica del lavoro”.
E’ quanto ha dichiarato il presidente di Coldiretti Bari, Savino Muraglia, a margine dell’incontro convocato dal nuovo Prefetto di Bari, Antonia Bellomo, sul lavoro in agricoltura.
“Vanno bloccate le aste capestro on line al doppio ribasso – denuncia il presidente Muraglia – che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione e alimentano nelle campagne la dolorosa piaga del caporalato. Esiste un evidente squilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera favorito anche da pratiche commerciali sleali, nonostante il codice etico firmato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle principali catene della grande distribuzione, che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno che spinge a prezzi di aggiudicazione che non coprono neanche i costi di produzione”, aggiunge il presidente Muraglia.
Si aggravano così i pesanti squilibri di filiera della distribuzione del valore – dice Coldiretti Bari – visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi, secondo Ismea.
Se nei passaggi della filiera venissero riconosciuti prezzi adeguati ai prodotti agricoli in campagna – insiste Coldiretti Bari – le imprese agricole sarebbero disposte a pagare gli operai anche oltre quanto definito dal contratto provinciale del lavoro, perché c’è la profonda consapevolezza che vada garantita con ogni mezzo dignità del lavoro sia alle imprese agricole che ai lavoratori.
Intanto, continua ininterrotto il flusso dall’estero di prodotti agroalimentari in Italia e in Puglia, di cui sono sconosciute la qualità, le regole e soprattutto l’etica del lavoro, denuncia Coldiretti.
“Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari acquistati dai consumatori – insiste il presidente Muraglia – con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Riso, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, olio di palma, sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia che sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani, dove viene sfruttato il lavoro minorile, che riguarda in agricoltura circa 100 milioni di bambini secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi””.
Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione è insieme alla trasparenza dell’informazione – aggiunge Coldiretti Bari – ai consumatori il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita.
Intanto, continua il trend positivo in Puglia del calo degli infortuni registrati in agricoltura con una diminuzione del 20% dal 2016 al 2018, ricorda Coldiretti Puglia.
“E’ il risultato del grande sforzo nell’ottica della formazione degli imprenditori agricoli, sempre più coscienti del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e della difficoltà di adempiere all’importante compito di tutelare ambiente e salute pubblica. Importante, però, che vengano avviati reali sistemi di prevenzione degli infortuni, superando inutili vincoli burocratici e sostenendo le imprese, anche grazie alle risorse dei Bandi INAIL che hanno messo a disposizione delle imprese agricole risorse a fondo perduto per rinnovare ed ammodernare il parco macchine attualmente in circolazione”, conclude il presidente Muraglia.