Rubriche/Opinioni/di Gigi Mangia
Luigi Di Maio non è riuscito ad essere un dirigente-leader politico: è nato come Gigino ed è morto Gigino.
I 5 Stelle sono i veri sconfitti delle elezioni regionali del 26/01/2020.
In Emilia, più ancora in Calabria, infatti sono passati dal 43% delle politiche del 2018 al -7% delle regionali del 26/01/2020 e Luigino Di Maio davanti ad una sconfitta così evidente, che cancella in Calabria il suo movimento, il quale non entra in Consiglio non ha la forza di dire al paese una parola, dopo anni di guida politica del movimento.
Le sue dimissioni anticipate di quattro giorni certificano la “maturità politica” del personaggio, oggi abbandonato da Grillo. Anche la bandiera politica, il reddito di cittadinanza, di Luigi DI Maio, non ha dato risultati così come i Grillini si aspettavano. In Calabria sono 65000 quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza. Sono 65000 famiglie a godere del contributo che in voti dovrebbero dare più di 200000 ma i 5 Stelle rimangono sotto il 7% e non entrano in Consiglio.
Questo risultato elettorale spiega con evidenza che: gli elettori non si possono comprare perché hanno una loro dignità da difendere; secondo che la paghetta al povero, oltre ad essere offensiva, è una forma primitiva di politica priva di valori sociali e culturali del passato, di quel passato in cui la vecchia Democrazia Cristiana scambiava voti con pacchi di pasta o scarpe. È stato sufficiente un tempo, di 20 mesi di governo, ai 5 Stelle per trasformarli in 5 buchi neri e quello più pesante e dannoso al Paese si è rivelato essere proprio il reddito di cittadinanza che oltre a non favorire nuovi posti di lavoro ha disorientato il Paese creando sfiducia e malcontento.
Solo un leader politico poco preparato come Luigi Di Maio poteva pensare che: facendo debito pubblico si poteva fare un partito e avere con la mancia un elettorato consolidato. Bisogna cambiare pagina. A Sud i 5 Stelle hanno perso non per merito del Centro Destra, ma semplicemente perché non hanno saputo giocare la partita. Il tempo della crisi è aperto, infatti fra pochi mesi si dovrà votare in Puglia e in Campania, un appuntamento questo che esige un cambiamento nei contenuti e soprattutto un piano capace di rispondere ai bisogni veri del paese a partire dalla ricerca dalla formazione e dalle infrastrutture, un segno di coraggio sarebbe quello di trasformare il reddito di cittadinanza in contributo ai giovani ricercatori ai giovani laureati per invogliarli a restare a Sud ed essere gli artefici di una stagione nuova che ponga fine a quella distanza che rende debole il Paese tra Sud e Nord dell’ Italia.