La maggioranza sfiducia il Presidente della CSA, chiede ufficialmente le sue dimissioni.

ConsiglioCronaca/ di Redazione

Galatina – Oltre due ore di Consiglio Comunale con toni a momenti assai vivaci forse anche troppo specie da parte di chi istituzionalmente dovrebbe dare esempio contrario. Sugli spalti una nutrita rappresentanza di lavoratori ad attendere qualche parola di conforto e di tranquillità sul loro futuro lavorativo.

Verbalmente le assicurazioni ci sono state da parte di tutti ed anche l’assicurazione che nessuno avrebbe rimesso un centesimo del loro stipendio perché o l’una o l’altra Società ( CSA o Monteco) avrebbero pagato.

Come non lo si è capito ma a parole tutto è stato messo a posto compresa l’assicurazione che la Monteco avrebbe continuato il servizio di spazzatura e che la CSA inviando quella lettera ai lavoratori avrebbe commesso un grosso errore in quanto, secondo la maggioranza, se dovesse procedere secondo quanto scritto commetterebbe un sacco di illegalità e che, in ogni caso, l’avvocatura del Comune stava adottando le contromisure per tutelare e difendere i lavoratori.

Chi il colpevole di tutto ciò? A furor di maggioranza è  il Presidente della CSA di cui ufficialmente hanno chiesto le dimissioni in quanto si sarebbe interrotto il rapporto fiduciario. Un rapporto che non si è interrotto neanche quando il Comune e la città sono stati trasportati davanti ad un Tribunale per farci condannare al pagamento di oltre due milioni di presunti crediti, questa sera, invece, magicamente si interrompe perché il presidente della CSA ha fatto ricorso al Consiglio di Stato ottenendo la sospensiva nell’assegnazione del servizio. Nessuno, però, ha chiesto, forti di quel 51% detenuto nella Società che ci conferisce la maggioranza, perché non fosse convocata un’assemblea straordinaria con all’ordine del giorno la sfiducia al presidente e la nomina del liquidatore. Si è preferito fare un altro ricorso al TAR.

Altro particolare significativo in tutta questa vicenda riguarda la Dirigente dei LL.PP. arch. Taraschi la quale stranamente questa sera era a Milano e quindi assente dai lavori del Consiglio per poter dare le dovute spiegazioni. Mentre si sapeva da tempo della convocazione del Consiglio Comunale per parlare di CSA, un altro dei tanti casi in cui è immersa sino al collo, lei sceglie di far visita alla Madunina. Un elemento è però emerso con chiarezza: l’ordinanza o la determina di assegnazione del servizio alla Monteco è stata fatta successivamente alla decisione del Consiglio di Stato e, secondo quanto detto dalla sua difesa d’ufficio, ciò sarebbe dovuto al fatto che la stessa Dirigente nella giornata del 29 febbraio non era a conoscenza del contenuto del dispositivo della stessa, insomma non lo aveva ancora letto. Questo è stato detto. Mentre mezza Galatina sapeva già quale fosse la decisione del Consiglio di Stato, l’unica a non sapere nulla era la Dirigente interessata del Comune di Galatina.

Si aggiunge poi che questa Amministrazione, ha più volte proclamato durante il Consiglio Comunale, di essere per la divisione dei poteri nel senso che non si immette nelle competenze della burocrazia. Vien da chiedere se ciò debba valere sempre. Può ad esempio valere anche quando la burocrazia con le sue omissioni ed incompetenze ci fa commissariare dalla presidenza dell’ARO/Le 5? Può valere anche quando la stessa burocrazia ci fa sospendere i lavori in via Umberto I dalla Soprintendenza perché non conosce la legislazione in materia di direzione dei lavori sugli immobili storici? Può valere anche quando commette una serie di omissioni spaventose nella vicenda delle pulizie degli immobili comunali con la Premiere Servizi che oltre ad aver penalizzato oltremodo i lavoratori, tanto per cambiare, ha finito per farci trasportare in Tribunale? Può valere anche quando, dice lei, non si legge nemmeno i dispositivi di una sentenza che riguarda proprio ciò su cui sta andando a determinare? Questo significa essere per la divisione dei poteri ? Io la chiamerei diversamente.

La notizia finale che giunge, infine, in Consiglio sarebbe quella che sarebbero decaduti gli effetti della sospensiva concessa dal Consiglio di Stato alla CSA poiché, si è appreso in un secondo momento, sarebbe giunta la notizia che sarebbe stata depositata la motivazione principale della sentenza del TAR per il quale motivo sarebbero decaduti tutti gli effetti  prodotti da fattori secondari collegati alla vicenda principale cioè la regolarità della gara. Resterebbe in piedi, insomma, soltanto il giudizio davanti al Consiglio di Stato sulla gara. Lo riportiamo per dovere di cronaca, anche se restiamo seriamente perplessi di questa interpretazione ritenendo , forse a torto, che per annullare una dispositivo di sentenza del Consiglio di Stato sia necessario un atto di revoca da parte dello stesso organo che lo ha emesso. Saranno, comunque i prossimi giorni a far luce sulla reale situazione dei fatti.