Quelle del generale Tarantino le esposizioni più chiare e persuasive.
Cronaca/ di pietro zurico
Galatina – Parlarne fa sempre bene, ha detto qualcuno. Certo, ma parlare per ripetere quanto più volte già detto e ripetuto non è che poi possa fare sempre bene, anche perché recitata la propria parte ed il proprio ruolo ognuno se ne è uscito mantenendo intatte le proprie idee con un pubblico ancora più confuso di prima.
Il problema centrale del dibattito era quello di capire se realmente fosse in atto un depotenziamento della scuola di volo basico del 61° storno, a vantaggio dell’aeroporto sardo di Decimomannu, oppure si trattasse di una trovata pubblicitaria da parte di qualcuno per prepararsi la campagna elettorale per il prossimo rinnovo del Parlamento Europeo.
Si trattava di un Consiglio Comunale tematico aperto convocato in seduta straordinaria su richiesta da parte di 4 consiglieri di minoranza.
Presenti in aula per la componente politica oltre ai consiglieri comunali i parlamentari del M5S Donno e Mininno, l’europarlamentare Fitto, il consigliere regionale del M5S Casilli, l’ex presidente della Provincia Gabellone, quello attuale Minerva ed il sindaco di Lequile, Caiaffa.
La parte tecnica era rappresentata dagli ufficiali dell’Aeronautica generale Tarantino e dal colonnello Surace. E’ stata proprio la parte tecnica per bocca del gen. Tarantino, con cui si può concordare o meno, a mettere sul piatto della bilancia motivazioni di maggior spessore per dare concretezza alla propria tesi.
In sintesi ha detto che il 61° storno non corre alcun rischio di depontenziamento essendo un’eccellenza riconosciuta in ambito internazionale. Da tutto il mondo le nazioni mandano i loro piloti a Galatina per essere addestrati.
“Provate ad immaginare i vari gradi della una scuola tradizionale italiana.- ha detto – Esiste una scuola secondaria di 1° grado, poi una secondaria di II° grado, una laurea triennale e per finire la specialistica”.
“L’aereoporto di Galatina – ha spiegato – può gestire in modo ottimale le prime tre fasi, se dovessimo fare anche la quarta avremmo problemi di gestione delle vie aeree. Se invece rinunciamo alla quarta fase possiamo gestire agevolmente anche un numero superiore di allievi da addestrare rispetto agli attuali”.
“L’Aeroporto di Galatina – ha proseguito – ne uscirebbe rafforzato nelle sue eccellenze. Bisognava però trovare una altro aeroporto, come quello di Galatina che possa gestire autonomamente il proprio spazio aereo senza condividerlo o sottometterlo a quello civile ed Italia esiste soltanto un’altro con queste caratteristiche. E’ il Decimomannu di Cagliari che quindi gestirà soltanto la quarta fase che peraltro è la meno numerosa come numero di partecipanti oltre meno redditizia”
“Oltretutto – ha concluso – per quanto riguarda i 45 milioni di investimenti che si dice sarebbero persi sul territorio è una voce infondata in quanto sono somme che devono essere spese per realizzare strutture nell’aeroporto cagliaritano che quello di Galatina possiede già e sono efficientissime”.
Di parere contrario l’on. Fitto secondo cui la localizzazione nell’aeroporto sardo di questa fase “specialistica” con il trasferimento di un primo nucleo di un più consistente ordine di aeroplani commissionato alla Leonardo potrebbe significare, completata l’intera produzione, il collocamento dell’intero parco di macchine nell’aeroporto sardo con relative ulteriori funzioni sottratte a quello locale.
Di analogo parere gli interventi dei consiglieri Spoti e De Pascalis mentre quello dei parlamentari Donno e Mininno e quello dei consiglieri Tundo, Prastano e Vergine hanno ricalcato il pensiero delle autorità militari.
Completamente diverso il pensiero del consigliere regionale Casilli che in sintesi ha affermato che bisognerebbe smetterla con la ricerca di promozione e pubblicità per fini che nulla ha veramente a che fare con la reale natura del problema.