Affidare la gestione dell’acqua in agricoltura ad una società pubblica comporterebbe onerose conseguenze di carattere fiscale,
Cronaca/ di Coldiretti Puglia
Non ci si aspettava tale risposta legislativa al lungo commissariamento e all’improvvida decisione di sospendere la riscossione dei ruoli per oltre dieci anni che hanno di fatto compromesso la situazione dei 4 Consorzi di Bonifica commissariati.
Tra l’altro, affidare la gestione dell’acqua in agricoltura ad una società pubblica, oltre ad essere un atto discutibile in termini di legittimità costituzionale, comporterebbe onerose conseguenze di carattere fiscale, considerato che a differenza dei consorzi di bonifica, l’AQP non beneficia dell’esenzione dal regime IVA che ricadrebbe sull’incolpevole platea dei contribuenti.
E’ questo il parere riportato da Coldiretti Puglia alla notizia dell’approvazione in IV Commissione consiliare del DdL che intende riformare i 4 consorzi di bonifica commissariati.
“Esprimiamo forte preoccupazione anche per l’aspetto che riguarda il Consorzio della Capitanata – incalza Coldiretti Puglia – che costituisce un modello italiano di ‘buon autogoverno’ e corretta gestione dei servizi.
I contribuenti hanno pagato a caro prezzo la lunga gestione commissariale dei 4 Consorzi di bonifica commissariati, in termini di danni alle strutture e alle campagne per mancata manutenzione e pulizia, a causa di opere di bonifica mai realizzate e assenza di tutela idrogeologica e presidio idraulico”.
Inoltre, si sono consolidate nel tempo nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica – sottolinea Coldiretti Puglia – che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti i quali hanno, loro malgrado, subito nell’ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione e oggi non possono soggiacere agli effetti di percorsi legislativi impraticabili e deleteri.