E’ quel bimbo nato nella povertà ma temuto dai potenti. L’apoteosi dei buoni sentimenti.

nativita-di-gesu-2Cronaca/ di Rosanna Verter

Il Natale di solito è una festa rumorosa:

ci farebbe bene un po’ di silenzio

per ascoltare la voce dell’Amore”  (Papa Francesco).

Cos’è il Natale? Già, gran bella domanda. È la ricorrenza del solstizio d’inverno ed è talmente importante da divenire occasione di narrazione, oltre che evangelica, anche letteraria con un’ampia produzione che va da Manzoni a D’Annunzio, a Pirandello a Gautier, a Wilde, a Dickens. E’ produzione poetica che va da Pascoli ad Ungaretti,  a Neruda, a Quasimodo,  a Eliot, a Yeats.

Una ricorrenza nella quale anche l’arte esprime capolavori da Giotto a Caravaggio, a Botticelli, a El Greco, a Lotto, a Licinio. Non di meno è una ricorrenza che risalta nei testi della musica sacra, nelle opere liriche e teatrali, nei balletti…

Cos’è il Natale per me? È il bimbo di Betlemme di Giudea, nato nella povertà più assoluta ma è temuto dai potenti quel “ verbum caro verbum factum est”.  È  l’apoteosi dei buoni sentimenti.  Sino a qualche anno fa era la frenesia dello shopping, dei pacchetti, oggi  è ciò che voglio: è un momento di gioia, di serenità  allo stato puro, è felicità nell’abbraccio delle persone care, è un momento da vivere in famiglia, nella convivialità, negli addobbi, nelle allegre lucine, nella tradizione culinaria, è un momento che mi consente di  poter dire, anche se può sembrare stonato considerata la crisi che ci attanaglia:

Buon Natale a tutti voi da…noi, 

anche senza neve sfondi-natalizi-rossi