Secondo la Cassazione, anche se temporanei, la costruzione determina nuova volumetria.
Molti esercizi commerciali, in vicinanza del periodo estivo, realizzano gazebo ed altre costruzioni simili.
Poco tempo fa, però, la Corte di Cassazione, terza sezione penale, ha deliberato sul ricorso del proprietario di un ristorante al quale il Tribunale aveva emesso un decreto di sequestro preventivo riguardo la creazione di uno spazio destinato ad accogliere i clienti.
Il Tribunale aveva deliberato sulla struttura in oggetto perché questa invadeva il suolo pubblico occupandolo senza titolo vista la necessità del preventivo rilascio del permesso di costruire.
Bisogna fare attenzione, infatti, alle dimensioni ed alle caratteristiche costruttive perché, spesso, per tali opere deve essere rilasciato un apposito permesso.
Come deciso dalla Corte, opere come quelle che spesso si vedono nascere in giro per le città, non si riferiscono a contingenti esigenze di esercizio di una data attività ma determinano un incremento volumetrico dell’esercizio commerciale.
La difesa del gestore, per il quale la costruzione serviva a delimitare lo spazio esterno del locale ed assicurare la sicurezza e l’incolumità delle persone che vi erano presenti, era che si trattasse di un dehor, ossia un’area esterna ad un pubblico esercizio attrezzata con arredi.
Tuttavia, secondo la Corte, la costruzione, per come era realizzata, determinava una nuova volumetria suscettibile di autonoma utilizzazione.
Tali strutture non potrebbero neppure definirsi precarie, visto che, secondo quanto ripetutamente stabilito dalla giurisprudenza, la precarietà non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione soggettivamente determinata.
A tal proposito quindi sono irrilevanti le caratteristiche costruttive, i materiali impiegati e l’agevole rimovibilità, e l’opera, per definirsi precaria, deve avere una intrinseca destinazione materiale ad un uso realmente precario per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo e deve poter essere eliminata alla cessazione dell’uso.