Cronaca/di Comunicato Stampa
Il presidente provinciale della categoria Artigianato Artistico, tradizionale e di qualità di Confartigianato Imprese Lecce Antonio Donato Colì scende in campo
in difesa degli artigiani locali che in questi mesi hanno dovuto chiudere le proprie botteghe a causa delle misure per contenere la diffusione del virus, e che adesso devono fare i conti con una profonda crisi che ha investito tutto il comparto produttivo.
«Il settore dell’artigianato artistico ha subito un durissimo colpo a causa delle necessarie misure di contenimento del virus – dichiara il presidente di categoria Antonio Donato Colì -. Il nostro settore dovrebbe essere tra gli ultimi a ripartire, almeno dal punto di vista del rilancio. Eppure prodotti come la ceramica, la cartapesta, la pietra leccese, il ferro battuto, l’ebanisteria, il mosaico, la tessitura rappresentano i saperi che hanno contraddistinto l’immagine del Salento nel mondo e non possono finire nel dimenticatoio. Ormai le prospettive di un futuro sono ridotte al lumicino e molte saranno le aziende artigiane che non riapriranno più, e se riapriranno sarà in forma hobbistica».
A mettere in crisi il comparto produttivo, oltre al perdurare del divieto di assembramenti e di manifestazioni fieristiche ed eventi, sarà anche la diminuzione dei flussi turistici, fondamentali per la sopravvivenza di numerose attività artigiane. Per questo la ripartenza del settore, secondo il presidente Antonio Donato Colì, passa anche attraverso l’aiuto dei salentini che possono sostenere, nel loro piccolo, la produzione artigianale.
«L’artigianato artistico è alle prese con una crisi che è sempre più irreversibile. L’auspicio è che i nostri prodotti tipici possano essere acquistati non solo dai turisti ma anche dai salentini che credono nell’importanza della qualità del fatto a mano – sottolinea il presidente Colì -. L’artigianato artistico rappresenta e ha rappresentato negli anni un’eccellenza in tutta la provincia di Lecce, un biglietto da visita del Salento e un fiore all’occhiello ammirato in tutta Italia. Mi auguro che le istituzioni locali possano mettere in piedi una campagna di sensibilizzazione per incoraggiare gli acquisti, magari incentivando le vendite on-line».
Non manca, poi, l’appello alle istituzioni. Dal Governo alla Regione.
«Perché, pur rispettando le prescrizioni di distanziamento sociale, non si può vendere nelle proprie botteghe o non si può consegnare a domicilio? L’auspicio è che nel prossimo Dpcm le botteghe siano riaperte al pubblico e alla vendita – conclude il presidente Colì -. È dalla cultura artigiana che l’economia salentina potrebbe ripartire. Perdere l’attività dell’Artigianato Artistico non significa soltanto perdere posti di lavoro, significa soprattutto perdere l’immagine del Made in Salento nel mondo».