Il Sedile

Criticità ospedale Poggiardo: Pagliaro: “A 14 mesi dalla mia visita cambiato poco o nulla”.

Cronaca/di Paolo Pagliaro

“Risposte deludenti, in Commissione Sanità del Consiglio regionale, sulle criticità dell’ex ospedale di Poggiardo, che serve un bacino d’utenza di ben quindici comuni.

Poco o nulla è cambiato rispetto alla situazione che ho fotografato nella mia visita ispettiva del 28 aprile 2023, riportata nella relazione esaminata oggi. Assenti il direttore generale della Asl di Lecce, Stefano Rossi, e il presidente-assessore alla sanità, Michele Emiliano, sono intervenuti il sindaco di Poggiardo, Antonio Ciriolo, la direttrice del Distretto sociosanitario Virna Rizzelli, il dirigente del Dipartimento Promozione della salute, Mauro Nicastro.

È difficile garantire servizi sanitari di prossimità efficienti, nonostante l’abnegazione e la professionalità del personale impegnato nel pta, che io per primo ho evidenziato nel mio report e che la direttrice del distretto ha giustamente evidenziato. La carenza di medici impedisce di assicurare il ricambio degli specialisti, e questo limita o addirittura blocca l’operatività degli ambulatori. A ciò si aggiungono problemi strutturali e logistici che cominciano dall’esterno del presidio, con ringhiere e muri scrostati, e si ritrovano nelle sale operatorie da accreditare, nella farmacia allocata negli scantinati, in ambienti spesso arrangiati.
Ma andiamo per ordine.

A RADIOLOGIA è stato sostituito il telecomandato, fuori uso all’epoca della mia ispezione. Funzionano ecografi, mammografo e risonanza magnetica articolare, ma c’è una sola specialista e, in sua assenza, il servizio si ferma. Si fanno i salti mortali per programmare e recuperare le prestazioni.

A CARDIOLOGIA sono arrivati sue elettrocardiografi di ultima generazione, che si aggiungono alle apparecchiature già in uso ad aprile 2023: due ecografi, prove da sforzo, ciclo ecometro, holter pressorio e dinamico, ma ancora mancano quelli di riserva necessari.

C’è una buona notizia per NEUROLOGIA, dove è stato ripristinato il Centro Demenze grazie all’arrivo di un bravo specialista.
Altra criticità evidenziata in Commissione, la mancanza di una cartella informatica dedicata ai pazienti cronici spesso affetti da più patologie, per ottimizzare il piano assistenziale individualizzato in collaborazione con i medici di famiglia.

Grave problema logistico, quello del SERVIZIO 118, con le ambulanze parcheggiate proprio davanti all’ingresso dell’ex ospedale. Al momento gli operatori sono allocati al secondo piano per mancanza di spazi, esiste un progetto con ambienti idonei da destinare al servizio, da ristrutturare e accreditare, ma non è stato finanziato.

Il servizio DIALISI funziona bene e potrebbe aumentare i posti letto fino a 8/10, qualora venissero stanziati i fondi per l’ampliamento. Ma c’è il problema dell’imminente pensionamento del nefrologo responsabile: in assenza di specialisti che lo sostituiscano, si sta pensando di reclutare gli specializzandi.

Le due SALE OPERATORIE, non accreditate, secondo i nuovi regolamenti verrebbero accorpate. Ma, al di là dell’adeguamento strutturale e strumentale, non si riesce a reperire un ortopedico né un chirurgo generale per interventi di routine. Al momento si eseguono solo isteroscopie, anche perché c’è un solo anestesista assegnato, per appena 6 ore a settimana.

A PNEUMOLOGIA non c’è carenza di medici, essendoci due specialiste in servizio, ma di strumentazione: è stato acquistato un pulsossimetro per misurare la saturazione notturna, ma mancano ancora polisonnigrafo, pletismografo ed emogasometro.

Ancora da acquistare anche le attrezzature mancanti a DERMATOLOGIA e OCULISTICA.
Il servizio di UROLOGIA è fermo perché manca lo specialista.
Ad ODONTOIATRIA, con sole 6 ore assegnate e la poltrona ormai rottamata, si fanno solo visite ed estrazioni utilizzando una poltrona per i prelievi. Il servizio pubblico è ormai ridotto a zero, la domanda ci sarebbe se si offrissero i servizi, e intanto chi non può permettersi di andare da uno specialista a pagamento, rinuncia a curarsi.
La FARMACIA ospedaliera è allocata negli scantinati, e servono ambienti idonei.

Inadeguati anche gli spazi del CENTRO DI SALUTE MENTALE, fino al 2017 ospitato in un immobile comunale dichiarato inagibile, dove c’erano anche 17 posti letto per CRAP (Comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica) che sono venuti meno.

Anche per la impermeabilizzazione del solaio del quarto piano, nulla di fatto.
Questo il quadro emerso in audizione, quasi fotocopia di quello fotografato quattordici mesi fa, in risposta ai punti che ho scandito in Commissione, ricevendo risposte ancora una volta declinate al futuro.
Di fronte a questa mancanza di risposte e interventi da parte della Asl e dei vertici della sanità regionale, ci coglie un senso di sconforto e di rabbia, perché in molti casi servirebbero modesti impegni di spesa e soprattutto uno sforzo organizzativo che manca, per ottimizzare le risorse esistenti, umane e strumentali, in modo da assicurare al territorio un’assistenza sanitaria dignitosa e attenta ai bisogni della popolazione, soprattutto quella più fragile e anziana.

Siamo stanchi degli annunci: ad agosto 2023 è stato presentato il progetto esecutivo per la realizzazione della Casa di Comunità a Poggiardo, finanziata con 2 milioni 244 mila euro, di cui quasi 1 milione e 900mila di fondi Pnrr. Ma a che punto siamo, visto che nel frattempo è passato quasi un anno? A settembre scorso la Asl ha annunciato anche che il distretto socio sanitario di Poggiardo sarebbe diventato una delle quattro Centrali operative territoriali pensate per migliorare la sanità, con lo stanziamento di 150mila euro di fondi del Pnrr.

Era prevista l’assunzione di infermieri, la modernizzazione e digitalizzazione dei servizi, la formazione specifica del personale sanitario per l’ascolto e la presa in carico dei pazienti, per evitare che i codici bianchi e verdi vadano ad intasare i pronto soccorso degli ospedali, non trovando un’adeguata assistenza sul territorio. Anche qui, solo annunci? Intanto la gente soffre la carenza di servizi di prossimità, che avrebbero dovuto colmare il vuoto assistenziale creato dalla chiusura degli ospedali.
Sul Pta di Poggiardo, così come su tutti gli altri servizi sanitari della Asl, non smetterò di battagliare, per garantire il diritto irrinunciabile alla salute. Pubblica e per tutti”.

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