“Il fallimento della CSA è lo specchio del paese, lo specchio di un paese anch’esso fallito”.
Galatina – Abbiamo il Comune pieno di debiti, abbiamo la Fiera, la più bella e geniale idea a favore del nostro territorio e della nostra tradizione occupata dall’incuria e dal degrado in attesa che qualcuno la promuovi in “centro di prima accoglienza”. Abbiamo il fallimento del CENTRO SALENTO AMBIENTE, e abbiamo qualcuno che sta pensando bene di spostare pezzi di ospedale più in là, ovvio, nel nostro interesse. Esclusivo.
Cos’altro manca per dichiarare “fallita” anche l’intera classe politica che ha governato la città negli ultimi 20 anni e a cui ovviamente siamo grati e riconoscenti per l’impegno e la determinazione dimostrata nel raggiungere obbiettivi così prestigiosi.
Fallimento burocratico e politico.
Colpa di chi amministrando la città, ha scambiato la CSA per “potere” non “servizio”.
Un’occasione, un’opportunità per fare “consenso” non per migliorare un servizio alla città.
Colpa di un manipolo di avventurieri che ha messo avanti la ricerca affannosa e malata del consenso, su tutto.
Si è chiusa una storia la cui fine, era stata annunciata, una storia che non poteva finire in nessun’altro modo.
Il fallimento della CSA è lo specchio del paese, lo specchio di un paese fallito anch’esso.
Il CSA ha raccolto più voti che rifiuti.
Era lì che si sistemavano amici, conoscenti ed elettori.
Era un centro di potere che coordinava proporzionalmente le esigenze clientelari dei partiti.
Assunzioni clientelari, spudoratamente clientelari e asservite alla politica e un indotto parallelo costituito da professionisti di fama e di fame che hanno letteralmente divorato il CSA.
Sarebbe ora che oltre alla politica altri organi più autorevoli e credibili, facessero un po’ di conti per capire e scindere le responsabilità.
Responsabilità che altrimenti verranno sommate e divise anche tra chi ha offerto tratti di buona e onesta gestione.
Null’altro da aggiungere, solo l’impossibilità di descrivere una rabbia ed una tristezza infinita per una città che giorno dopo giorno sprofonda nell’inadeguatezza passata e presente della politica.