“Abbandono la politica dei ricordi per scrivere nuove pagine insieme a quelli della barberia” .
Galatina – Misi i miei manifesti per tutta la notte, in ogni parte dove si poteva e anche dove non si potevano mettere “AL COMUNE UN VOTO GIOVANE ” ed era quasi l’alba quando tornai a casa imbrattato di colla sino ai capelli, ma felice.
Qualche ora dopo ero già in giro per veder “l’effetto che fa” . Francamente ebbi come l’impressione che non gli avessero neanche visti.
Ebbi un momento di scoraggiamento come ancora mi capita, ma poi organizzai uno spot da lanciare dalle frequenze di Radio Orizzonti .
Le parole le scrissi io e la musica la scelsi sempre io. Una canzone di Ivan Graziani, era il mio preferito, scriveva poesie e poi le trasformava in canzoni.
Be!! non funzionò nulla di quanto avevo sperato.
Me ne feci una ragione e non mi passò dalla mente neanche per un attimo l’idea di farmi da parte.
Tentai e ritentai ripetutamente e alla fine ce la feci.
Ricordo volentieri quella volta quando mi disimpegnai dalla maggioranza e “lessi un discorso di fuoco”. Ci avevo messo tutta la notte per scriverlo fu come “il discorso del re”.
L’altra cosa che ricordo volentieri fu quando alle due e mezzo di pomeriggio mi chiamò l’On. le DE MARIA per affidarmi la delega all’ “agricoltura”.
Fu un onore per me e quel fatto lo raccontai per tanto tempo in giro, ad alcuni anche più di una volta. L’economia di Galatina allora poggiava tutta sull’ agricoltura, il tabacco era fonte primaria, sostegno per tante famiglie e quando iniziava la consegna era sempre un “casino” per il prezzo troppo basso.
Giochi e giochini, non appartenevano a me, mi allontanai facendo un passo di lato quando mi resi conto che la politica era bel altro, quando mi resi conto che mentre quel povero operaio di mio padre e tutta la famiglia, si privava per mettere da parte i soldi per l’attività politica che io volevo fare, in altri posti scorrevano, nell’illegalità, fiumi di denaro.
Mai avrei potuto sospettare che la corruzione era cosi diffusa, era “sistema” ed il PSI pur essendo una parte del sistema fu ben presto destinato ad essere indicato come “il sistema”.
Tento un ritorno in un contesto cambiato ed in un’età in cui si è “diversamente giovani”.
Mi affascina l ‘idea che tra i miei elettori possa esserci gente che non conosco, che non mi conosce, che scriverà il mio nome per quello che sono, per quello che faccio, per quello che scrivo, per quello che dico, per quello che racconto, per come la penso.
Quella appena raccontata è “la politica dei ricordi”, riprenderò il racconto tra qualche giorno,
il giorno dopo, e questa volta riprenderò a scrivere insieme a quelli della barberia.
Riprenderemo a scrivere la nostra straordinaria storia, la nostra straordinaria avventura, riprenderemo a scrivere leggendo i fatti, nella loro bellezza e nella loro amarezza.
Riprenderemo a scrivere la verità, riprenderemo a scrivere DA DOVE AVEVAMO LASCIATO.
PIERO D’ERRICO