Eventi/di Comunicato Stampa
Sabato 12 (ore 9:30 > 13 e 15:30 > 19 – ingresso gratuito) e domenica 13 febbraio (ore 9:30 > 13- ingresso gratuito) nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce, appuntamento con il focus “Teatri a Sud. Pratiche e visioni. Dal Sud“ una riflessione sulla questione Meridiana e sulle pratiche teatrali e di scrittura, sui suoni e sulle sue contaminazioni, sulla traiettoria poetica di uno spazio sconfinato, ancora ai margini, oltre i confini.
Teatri a Sud vuole rilanciare un confronto necessario tra le differenti esperienze tra Puglia, Sicilia, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Umbria. Teatri e forme della scrittura che guardano anche al rapporto ricco e plurale con il continente africano, alle diverse forme che il teatro e le comunità possono oggi – in questo contesto di profonda crisi – rilanciare e inventare. La prospettiva meridiana può e deve trovare un nuovo slancio, proponendo un’inedita sfida a livello internazionale e, al contempo, nei propri territori. Possibilità di una deterritorializzazione che produca nuove prospettive, nuove traiettorie, antichissimi sapori nel divenire dell’oggi. Un Novissimus Angelus Novus lancia la propria risata, per disvelare le nuove macerie, per spiegare le proprie nuove ali in voli imprevedibili, nei cieli del sud.
Tra gli ospiti Salvatore Arena e Massimo Barilla (Mana Chuma Teatro), Marco Ciuti (Teatro Vascello), Adriana Garbagnati (La MaMa Umbria international), Simone Giorgino (Università del Salento), Vito Minoia (Teatro Aenigma), Gigi Spedale (Latitudini – rete siciliana di drammaturgia contemporanea), Marina Spreafico (Teatro Arsenale), Jean Hamado Tiemtore (Astragali Teatro), Caterina Trifirò e Dario Tomasello (Università di Messina), Giorgio Zorcù (Accademia Amiata Mutamenti) e Fabio Tolledi (Direttore Artistico di Astragali Teatro, Presidente del Centro Italiano ITI, Vicepresidente della rete mondiale dell’ITI – Unesco).
Due gli spettacoli in programma. Sabato 12 febbraio (ore 20:30 – ingresso gratuito) nella sede di Astràgali Teatro in via Giuseppe Candido a Lecce, la compagnia salentina metterà in scena “Medea, Desìr“, spettacolo scritto e diretto da Fabio Tolledi con Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Matteo Mele e Samuele Zecca. Il mito non è semplicemente una storia, semmai è un infinito intreccio di storie. Per questo il mito è poesia. Questa molteplicità di storie rende il mito qualcosa di vivo, da scoprire, da interrogare, da svelare e rivelare. Medea è una storia che si moltiplica nei secoli.
Christa Wolf, Ovidio, Apollonio Rodio, Euripide, Jean Anouilh, Franz Grillparzer, Corrado Alvaro, Corneille, Seneca, Quinto Ennio assieme a molti altri scrittori, musicisti, pittori hanno alimentato questo mito molteplice di una donna straniera. «La nostra scrittura teatrale si muove su alcuni piani: Medea è donna, straniera e selvaggia, creatura altra che resiste e ama. Ama al di là di ogni valore, al di là di ogni morale. Resiste e sfugge al potere, regina adolescente a cui tutto si può chiedere, depositaria di un sapere profondo e antico», sottolinea Fabio Tolledi. «La radice del suo nome, med, richiama la parola medicina. Il pharmakon che cura e avvelena. Che può salvare e uccidere. Radice del venenum, di qualcosa che trasforma e muta. Medea, scacciata e bandita dal potere, stigma della donna selvaggia, rivendica il solo orizzonte che incrina e mette in crisi il potere: il desiderio. Medea ama, Medea ama l’amore, Medea vive nel desiderio che prende e dona forma alla vita».
Domenica 13 e lunedì 14 febbraio (ore 20:30 – ingresso gratuito) nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce l’attore, regista e ricercatore originario del Burkina Faso, che lavora tra l’Europa e l’Africa, Jean Hamado Tiemtoré, proporrà lo spettacolo “Tungaya no man’s land“, con musiche di Mauro Tre, luci a cura di Sandrone Tondo e la collaborazione artistica di Marta Ampolo. «Tra il 1939 e il 1945, 350.000 soldati africani sono stati coinvolti nella seconda guerra mondiale, hanno contribuito a liberare la Francia e l’Europa dall’occupazione tedesca. Poi sono stati dimenticati, nonché “disonorati” e diffamati in diversi modi. Questo spettacolo», spiega Tiemtorè «vuole riportare alla luce, ridare voce, volto e dignità a questi eroi di guerra oggi rimasti nell’ombra della Storia e delle storie. Raccontare il loro percorso partendo dalle testimonianze degli ultimi sopravvissuti e dei loro discendenti: figli, nipoti e pronipoti, cresciuti talvolta ignorando il ruolo del loro bisnonno nella creazione del mondo libero contemporaneo. La vicenda parte da eventi reali, dal vissuto di mio nonno, ormai veterano, che ha combattuto sotto la bandiera francese insieme a tanti altri chiamati “la forza nera” e rimasti alla storia col nome di Tirailleurs sénégalais».