Il Sedile

Dal 1845 ai nostri giorni: ecco come i galatinesi vivevano e vivono il loro carnevale.

Il carnevale di Galatina ha origini antichissime, una prima traccia la rileviamo nel 1845 ed è testimoniata da Tommaso Vanna nel suo “Galatina”

foto di repertorio

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Cronaca/ di Rosanna Verter

Galatina “Semel in anno licet insanire” Questa locuzione latina è legata ad un particolare periodo dell’anno che va dal 17 gennaio al martedì grasso, giorno che precede il mercoledì delle Ceneri, prima settimana di Quaresima. A questo periodo, ed i nostri padri romani non sbagliavano quando asserivano che per una volta all’anno è lecito far pazzie, trasgredire, far baldoria, è legato il goliardico carnevale.

Il carnevale di Galatina ha origini antichissime, una prima traccia la rileviamo nel 1845 ed è testimoniata da Tommaso Vanna nel suo “Galatina”, nel capitolo dedicato alla Popolazione al paragrafo Usi e costumi in cui egli scrive: “…i divertimenti del carnevale si limitano alle ore notturne; di giorno non maschere, né altro segno del tempo carnevalesco: ognuno bada alle proprie faccende. Non così nelle ore notturne, nelle quali si osserva un vero baccano. Si corre per la città sia mascherati sia con semplici travestimenti in cerca di luoghi ove si balla: le donne per lo più vanno senza maschera, ma coverte invece da un velo nero ripiegato più volte; e gli uomini talora con semplice naso a posticcio…” . I primi anni del ‘900 vedono le timide sfilate per la Via de “l’oruloggiu” anche se le vere e proprie feste si cominciano ad organizzare nella Società Operaia, nel Teatro Lillo, nella Camera del Lavoro. Le feste più esclusive erano, invece, quelle che i ricchi realizzavano nel Circolo dei Signori o Cittadino che sia. Dopo la mezzanotte, nello storico palazzo del Sedile, poteva accedere il popolino che felice poteva provare l’ebbrezza di sentirsi, per poco, un don.

Nel secondo dopoguerra al Sirenia (l’attuale cartoleria Bellone di Via Vallone) venivano organizzate molte serate carnevalesche dove tutti ballavano al suono di un’orchestra diretta dal maestro Alessandrì. Bisogna attendere il 1947 per avere una serata indimenticabile presso una cantina vitivinicola, divenuta poi il mitico Cavallino Bianco, con la sfera più alta della società cittadina. L’incasso fu devoluto in beneficienza all’ospedale civile. Con lo scorrere degli anni le serate del carnevale divennero sempre più numerose, e nel Teatro Tartaro e al Cavallino Bianco si svolgono i veglioni della Stampa, della Caccia, del Tennis, dell’Azzurro. Se cavalchiamo l’onda dell’amarcord di questi veglioni non è rimasto più nulla, solo una grande nostalgia che vive anche in me, e che a quei veglioni ho partecipato con l’entusiasmo semplice e genuino, felice di vedere dal vivo i famosi cantanti che non potevo vedere in televisione, visto che era un bene riservato a pochi. Nell’immensa sala del Cavallino Bianco tanta gente, di ogni ceto sociale, ha ballato sulle note di Peppino di Capri e dei Delfini, di Ornella Vanoni, di Caterina Caselli, di Mina, di Massimo Ranieri, di Van Wood… Il Giovedì Grasso era dedicato al Veglionissimo dell’Azzurro, organizzato dagli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale, veglione che in revival è ritornato in auge, organizzato dagli ex ragazzi del Commerciale. Le Dame di Carità, con la presidente Luisina Vallone Sticchi, il martedì grasso organizzavano, per i più piccoli il Veglioncino dei Bambini, che preparati dalle suore cantavano, ballavamo e recitavano.

E chi non poteva partecipare? Ballava per strada o nelle case quasi tutte le sere con quella sana allegria che la povertà regalava. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti.

Nel 1987 si ha la prima edizione dei Carri del Rione Italia, a cura dell’Associazione del Carnevale Galatinese, presieduta ancora oggi da Gaetano De Matteis.

Oggi ci riprendiamo questa tradizione del carnevale, ci facciamo contagiare da questa febbre, da questa euforia di gioia, di colore, di allegria, di sfilate, di maschere, di coriandoli, di stelle filanti e di divertimento allo stato puro.

Domenica 23 febbraio portiamo l’allegria nelle strade con il defilè di carri allegorico-grotteschi, carri di grandi dimensioni di cui uno con la maestosa civetta che aprirà la sfilata, mentre sugli altri troneggeranno enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica,sia nazionale che locale, i cui tratti somatici sono sottolineati con simpatica satira ed ironia

Il raduno dei carri sarà in Via Imperia, alle ore 14.30; percorreranno Via Soleto e giunti in Piazza Lillo ci saranno tutte le mascherine degli alunni delle scuole elementari e medie ed i gruppi mascherati degli adulti ad attenderli. Il lungo corteo, preceduto dalla Fracasso Street Band, si avvierà per Via Mezio, Via Turati, Piazza Alighieri, Via Roma, Via Liguria, Via Gallipoli, Corso Luce. Ad attenderli in Piazza S. Pietro, tra una pioggia di coriandoli, variopinte stelle filanti e tanta musica, ci sarà il Mago Fracasso che proporrà dei giochi nuovi e fantasiosi. La serata, dopo la consegna delle pergamene ai partecipanti e la targa alla Vetrina di Carnevale più bella, continuerà con la Band del Liceo Artistico e del Liceo Classico che intratterrà grandi e piccoli.

E poi?… Venite a vedere e facciamo in modo che non sia “il Carnevale” ma il Carnevalissimo 2014.

 

 

 

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