“Ora vedremo che fine farà fare a quella fiamma a cui dice di tenere tanto”
Finalmente Massimo Giannini, candidato sindaco di Fratelli d’Italia che ieri sera nel corso della registrazione della puntata di Open su Telerama ha deciso di ritirarsi per confluire nella coalizione del Pd che sostiene Paola Carrozzini, ha tolto la maschera.
Non ha mai risparmiato frasi sarcastiche nei confronti di “Obiettivo 2022”, la coalizione che sostiene la mia candidatura arrivando a dire (dopo l’ingresso del movimento politico-culturale “Galatina Futura” di cui fanno parte esponenti che sono state figure importanti del Pd) che «il peso del centrodestra lì è ormai marginale». Parole sue. Ma si è spinto oltre, affermando che proprio perché non capiva le nostre scelte ha deciso di non entrare nella nostra coalizione.
Non so dove abbia visto questo film, perché la realtà è ben diversa. Premesso che rispetto la storia politica di tutti, con Giannini di questioni politiche ce ne sono state ben poche. Ci sono stati vari incontri e alla fine ha coinvolto anche le segreterie provinciali con la pretesa di entrare nella nostra coalizione azzerando la mia candidatura. Sono comportamenti che alla luce di quello che è accaduto ieri sera a Open si spiegano perfettamente: i suoi tentativi di allearsi con noi altro non erano se non azioni di disturbo per non far emergere subito la sua intenzione (andare con il centrosinistra) che da tempo circolava in città, ma anche tentativi goffi di incrinare un progetto politico come il nostro che si presenta con le carte in regola. Ora vedremo che fine farà fare a quella fiamma a cui dice di tenere tanto, vedremo se il Pd accetterà il simbolo di Fratelli d’Italia, vedremo se Giannini non si nasconderà in una civica.
In trasmissione ho risposto al conduttore che il mancato ingresso di Giannini era legato a una questione ideologica. Ho risposto di getto perché non mi interessava tirare fuori il dietro le quinte di una situazione politica paradossale e giustificata solo dal desiderio della poltrona di qualcuno che continua a dire di voler fare il bene della città. Ribadisco quel che ho sempre detto: non è questo il momento degli steccati, ma di un governo delle ampie convergenze per risolvere realmente i problemi della città che, come sappiamo tutti, non sono pochi e non sono di scarsa importanza. Sono un imprenditore apartitico e sono interessato a fare solo ciò che è utile alla città. Oggi Galatina ha bisogno della buona volontà di tutti, nessuno escluso, purché in buona fede e libero dai giochi della vecchia politica, non a caso siamo aperti a tutte le forze moderate di destra e di sinistra. Giannini ha tanto a cuore il bene della città che ha deciso di allearsi con chi l’ha distrutta e che oggi, per bocca del suo segretario, punta il dito su chi quel partito lo ha abbandonato. Antonio De Matteis dovrebbe domandarsi perché in tanti hanno sbattuto la porta e non lamentarsi perché hanno aderito alla nostra coalizione.
Nel corso della registrazione di Open abbiamo assistito all’impaccio della candidata sindaco del Pd che a ogni interruzione pubblicitaria aveva i suoi “coach” pronti a farle da suggeritori e, in loro assenza, su temi più spinosi come il bilancio, ha letto la lezione che le era stata preparata. Non entro nel merito del sacrificio chiesto a Paola Carrozzini e delle ragioni che l’hanno spinta alla scelta di candidarsi, come pure ci sarà modo e tempo per spiegare come il candidato sindaco Marcello Amante non possa permettersi di parlare di Tari e debiti pregressi come se questi non avessero a che fare con lui e con persone della sua coalizione. E qui mi fermo, per ora.