Nota del responsabile sugli avvenimenti di via Giuseppina del Ponte. 

Lettere/penna-e-calamaiodi Vito Murroneprotezione

Galatina – Quante volte ci sarà capitato di “saltare a conclusioni affrettate” come la famosa storia della donna che seduta nella sala d’attesa di un aeroporto, dopo aver comprato un pacco di biscotti, si mette a leggere un bel libro attingendo al pacco sulla sedia a fianco a lei. Indignatissima perché anche il suo vicino di sedia attinge allo stesso pacco, indispettita dalla sfrontatezza con cui il vicino prende i biscotti dallo stesso pacco si alza furibonda e cambia sedia accorgendosi solo dopo che il SUO pacco di biscotti era in realtà nella borsa e che quindi, quello dal quale prendeva i biscotti, era evidentemente del signore che, a differenza della donna, lo aveva volentieri condiviso con lei.

Mi sembra che nel suo articolo sia successa la stessa situazione: vedendo due operatori di protezione civile che, a piedi dalle loro abitazioni, attraversavano la strada per recarsi alle Sede della P.C. ha concluso, in maniera affrettata, che si trovavano li per (“Chi vi scrive qui, invece, provenendo da via Montegrappa, per poter superare il semaforo ha dovuto attendere che lo stesso passasse 3 volte dal rosso al verde, perché vicino al cantiere il traffico si bloccava ed ha notato anche che a  tentare di dare un minimo di razionalità allo stesso vi erano solo due giovani volontari della Protezione Civile. Mah! Anche questo è un discorso sicuramente da affrontare prima o poi con e nelle sedi competenti”.

Come lei ben sa, e prima di lei, lo sappiamo benissimo anche noi, i volontari di P.C non possono in nessun caso “dare un minimo di razionalità” al traffico (alias dirigere il traffico o fare viabilità). Purtroppo i due ragazzi si stavano semplicemente recando nella Sede di via Montegrappa a prendere servizio per una esercitazione regionale, con tanto di funzionari della Regione Puglia e del Dipartimento della Protezione Civile in prima fila, a Muro Leccese. Visto l’avvicinarsi della bella stagione, suggerirò ai miei operatori, di non venire più direttamente da casa in divisa ma di farlo in costume da mare in modo da non indurre, un poco attento cittadino qualsiasi a crederli in servizio.

Ora, indipendentemente dal tono volutamente ironico precedentemente usato, e sicuramente utile a far capire quanta superficialità ci sia in giro, mi dispiace solo constatare come si cerchi troppo spesso ormai, di “usare” la Protezione Civile per attaccare altri organi. Non credo sia giusto e corretto, come dice il noto proverbio salentino: “cuntare alla fija cu senta la nora”. Credo sia più corretto e sicuramente più costruttivo dire “pane” al pane e “vino” al vino. La protezione civile di Galatina, che io rappresento, ha sempre cercato di essere utile ai cittadini galatinesi, offrendo piccoli servizi alla città per cercare sempre e soltanto di aiutare ma, troppo spesso ormai, riceve solo ingratitudine e critiche sterili e utili solo per polemica di piazza e il pettegolezzo che fanno di noi galatinesi dei “carze larghe” efficientissimi e qualificati. Tutto ciò mina alla base non solo i fondamenti del volontariato di P. C. ma anche e soprattutto l’entusiasmo e lo spirito che gli operatori di P. C., Galatinesi, mettono nel loro volontariato che, ci tengo a ricordare, è del tutto gratuito.

Spero che in futuro si guardi con maggiore attenzione a tutto ciò e non se un volontario attraversa la strada con o senza divisa, si eviterà così di cadere in “conclusioni affrettate” e comunque, non sta a chi legge, anche se parte in causa, appurare la verità, ma sta a chi scrive, e sicuramente prima di scrivere, doverlo fare.

A seguire alcune foto raffiguranti i nostri operatori nel contesto dell’esercitazione regionale impegnati nell’allestimento di un campo tende in simulazione di un intervento per evento sismico e di conseguenza accoglienza sfollati…………. Ecco, di questo avrebbe dovuto parlare la stampa galatinese, di come la Protezione Civile di Galatina (cioè gli operatori) ci rimette del tempo libero, magari togliendolo alla famiglia o agli impegni personali di lavoro o studio, per formarsi e poter dare un servizio sempre più professionale nel momento del bisogno, ma a noi piace ESSERE e non APPARIRE quindi se non fosse stato per questa spiacevole vicenda non avremmo mai reso pubblico il nostro operato.

Egr. sig. Murrone

Pubblico la sua lettera perché, per il diritto di replica, è mio dovere farlo. Non devo rettificare nulla. Pubblico la sua spiegazione e per il resto giudicherà chi legge. Prendiamo atto, da quanto lei asserisce, che casualmente e fortuitamente, in quel preciso momento in cui il nostro redattore era imbottigliato nel traffico, i due giovani volontari della P.C. si trovavano a ridosso del cantiere, in pieno abbigliamento di servizio, ed erano lì perché dovevano raggiungere la Sede per poi recarsi ad assolvere delle esercitazioni di servizio. Personalmente, per praticità e facilità di percorso nell’occasione, avrei raggiunto via Montegrappa dalle spalle del cosiddetto palazzo di vetro, ma ognuno naturalmente è libero di scegliere la strada che vuole.

Magari, consiglio per consiglio, (scusi se mi permetto) la prossima volta faccia raggiungere in abiti civili ( non necessariamente quelli da mare) la Sede, ne avete una bellissima ed accogliente anche per potervi cambiare. Raccogliamo invece con pieno piacere ed entusiasmo il Suo invito:Spero che in futuro si guardi con maggiore attenzione a tutto ciò (tutto quello che voi fate, ndr.)  e non se un volontario attraversa la strada con o senza divisa, si eviterà così di cadere in “conclusioni affrettate” .

Le promettiamo che ci impegneremo al 100% sin da oggi a guardare con la massima attenzione alle attività svolte in città, e non solo, dalla locale Protezione Civile. Può esserne certo.