Il Sedile

Domenica, 18 giugno, anteprima Crita Festival delle Arti con il musicista Fabrizio Piepoli e “Maresia”.

Eventi/di “Crita-Festival delle Arti”. foto Gabriele Vitali

È un’anteprima musicale quella che anticipa la sesta edizione di “Crita – Festival delle arti”, rassegna dedicata al teatro, alla musica e alla danza, ideata e organizzata dalla cooperativa Ventinovenove con la direzione artistica di Gabriele Polimeno e Mary Negro, con l’intento di portare in scena artisti di rilevanza nazionale e internazionale in luoghi e località dove i circuiti importanti dell’arte non arrivano.

Domenica 18 giugno alle 21, il giardino del Palazzo Baronale di Galatone (ingresso 5 euro) accoglierà il musicista Fabrizio Piepoli che presenterà il suo ultimo lavoro discografico “Maresia”, pubblicato da Zero Nove Nove, una serata nel solco dell’ormai consolidata e proficua collaborazione tra l’etichetta discografica salentina e la cooperativa Ventinovenove. 

Cantante, polistrumentista, autore, studioso delle tradizioni musicali del Mediterraneo, Piepoli è tra le voci più apprezzate del panorama nazionale. Formatosi nella metà degli anni ’80 all’interno della scena rock new-wave ma ha coltivato parallelamente un interesse profondo per la musica antica e le tradizioni musicali, in particolare quelle dell’area mediterranea.

“Maresia” esplora la musica popolare e d’autore pugliese e del Sud Italia con un’attitudine mediterranea e una minuziosa ricerca del suono, da sempre segni distintivi del musicista barese. La chitarra battente tipica della tradizione del Sud Italia, l’oud arabo, il saz turco, filtrati spesso attraverso effetti e loopmachines, sono gli strumenti che accompagnano il canto di Piepoli, il racconto appassionato delle sue radici, per dare vita a un nuovo sound: la TARABTELLA, l’incontro fra tarantella pugliese e il tarab della melodia araba, la gioia della danza e l’estasi dell’ascolto. L’incedere terzinato della tarantella, la reinvenzione di Marisa Sannia e Amalia Rodriguez, il dialogo tra tarantella garganica e fado portoghese, lo studio dei cantori di Carpino e l’amore per gli strumenti tradizionali arabi e turchi, la tradizione arbëreshë e i cantidi migrazione: tutto ciò anima e muove un disco prezioso, un cammino di melodie e filigrana.

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