Eventi/di Comunicato Stampa
Dal 6 marzo al 24 aprile tra Novoli e Trepuzzi torna “Ci vuole un fiore – famiglie a teatro“, stagione promossa da Comune di Novoli, Teatro Pubblico Pugliese e Factory Compagnia Transadriatica in collaborazione con Blablabla – Teatri del Nord Salento.
Domenica 6 marzo alle 17:30 si parte dal Teatro Comunale di Novoli con l’anteprima di “Farfalle. Storie di Trasformazioni“, nuovo spettacolo della compagnia Principio Attivo Teatro (vincitore premio N Uovi 2021) di e con Otto Marco Mercante con le musiche di Leone Marco Bartolo, le luci di Davide Arsenio, la scenografia di Dario Rizzello, i costumi di Cristina Mileti, l’ottimizzazione sonora di Vincenzo Dipierro per la regia di Tonio De Nitto (dai 6 anni – durata 50 minuti). Le fiabe sono sempre un mezzo per metterci in contatto con verità più profonde e quindi per cercare di comprendere il mondo attorno a noi tramite una narrazione simbolica e di archetipi che insegni in modo non solo razionale ma che faccia apprendere all’individuo considerato nella sua integrità: conscio e inconscio, pensiero razionale e pensiero emotivo. “Farfalle” è uno spettacolo composto da tre fiabe che hanno come tema principale la trasformazione e che usano la farfalla come metafora del mutamento. Le storie affrontano ognuna un cambiamento che è presente nella vita di ogni persona. “Storia del Primo…” affronta la crescita del bambino e della sua necessità di identificazione con il mondo circostante. “Il Gigante e la Farfallina” parla invece della trasformazione adolescenziale e del rapporto con i genitori durante questa fase della vita. “La Farfalla troppo bella” tratta del mutamento dall’età adulta a quella della vecchiaia e della caducità della bellezza. Prima e dopo lo spettacolo (ore 16.30 e 18.30 – info e prenotazioni 3207087223) nell’attiguo Palazzo Baronale appuntamento con i Laboratori della domenica di BLABLABLA con Butterfly Puppet, un laboratorio di costruzione per bambini dai 6 ai 10 anni.
Il programma di Ci vuole un fiore – famiglie a teatro proseguirà domenica 27 marzo alle 17:30 al Teatro Comunale di Novoli con “Peter Pan“, una coproduzione Factory Compagnia Transadriatica e Fondazione Sipario Toscana, scritto e diretto da Tonio De Nitto (con la collaborazione alla drammaturgica Riccardo Spagnulo), con Benedetta Pati, Francesca De Pasquale, Luca Pastore e Fabio Tinella, le coreografie di Barbara Toma, le musiche di Paolo Coletta, le scene di Iole Cilento e Porziana Catalano, il videomapping di Emanuela Candido, Andrea Carpentieri, Andrea Di Tondo – Insynchlab. Peter Pan è la storia di un’assenza, di un vuoto che spesso rimane incolmabile, quello di un bambino che non c’è più. È l’inseguimento di un tempo che sfugge al nostro richiamo e che a volte si ferma, la ricerca delle esperienze che ci fanno diventare grandi senza volerlo e troppo presto. L’ispirazione viene dalle avventure di Peter e Wendy e dall’atmosfera un po’ misteriosa del primo romanzo di James Matthew Barrie, Peter Pan nei Giardini di Kensington dove il sentimento autobiografico di una mancanza incolmabile spinge l’autore a creare un mondo parallelo, un giardino prima, un’isola poi, dove i bambini caduti dalle carrozzine e dimenticati dai propri genitori si ritrovano in uno spazio senza confini fisici e temporali. E l’isoladelmaipiù, Neverland, è forse dentro la testa di ogni bambino, un posto dove vanno a finire le cose dimenticate dai grandi, per cui non c’è spazio nella vita reale. È qui che Wendy riesce a trovare la giusta distanza con il suo essere bambina, qui che sente il desiderio di crescere, di abbandonare l’isola senza recidere quel legame con la propria infanzia che fatica a rimanere con noi tutta la vita: una finestra che chiu-diamo diventando grandi e che, invece, dovremmo tenere aperta, in contatto con la nostra realtà e il nostro essere adulti.
Domenica 3 aprile alle 17:30 nell’Auditorium Santi a Trepuzzi in scena “Topo Federico“, produzione del CSS – Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia di e con Roberto Anglisani. Lo spettacolo si basa su quattro storie del libro “Storie di Federico” di Leo Lionni, riscritte, ampliate e raccontate da Roberto Anglisani. Le quattro storie vengono narrate da Federico, un piccolo topo, e che hanno in sé molti temi, tra cui la diversità, l’amicizia, la solidarietà, il coraggio. Nella prima storia, Federico ha il coraggio di non fare quello che fanno tutti. Ha il coraggio di disubbidire e di seguire la sua passione per i colori, per le parole, per i raggi di sole e per le storie. Tutte cose che agli altri topi sembrano inutili, perché ciò che importa è mettere da parte molto cibo. Ma con le sue storie Federico salverà gli amici da un inverno troppo lungo e freddo. Racconterà di un pesce che sogna di essere una rana e che per realizzare il suo sogno dovrà avere il coraggio di uscire dall’acqua. Racconterà di un piccolo pesciolino che dovrà combattere contro un grosso pesce affamato, ma il piccolo pesce ha cervello e coraggio e capirà che la sua impresa può essere portata a termine solo mettendosi insieme a tanti altri come lui. Racconterà l’amicizia di un topo con un topo giocattolo, del suo sogno di essere amato, che è disposto anche a rinunciare ai dolci e al formaggio per una carezza. E per fare questo un topo deve avere davvero coraggio!
Domenica 24 aprile alle 17:30 ultimo appuntamento al Teatro Comunale di Novoli con “La storia di Hansel e Gretel” della compagnia Crest su testo di Katia Scarimbolo con scene, luci e regia di Michelangelo Campanale con Catia Caramia, Cinzia Greco, Giuseppe Marzio, Luigi Tagliente. Nella regione tedesca dello Spessart esiste ancora una fitta foresta, difficile da attraversare con i suoi pochi e aspri sentieri, resi ancora più difficoltosi da giganteschi e ombrosi pini e faggi, i cui rami intralciano il cammino. Per i contadini della zona è “il bosco della strega”, per via di un rudere con i suoi quattro forni e della storia di una donna bellissima che, con i suoi dolci magici, catturava quanti, perdendosi nel bosco, arrivavano nei pressi della sua casa. Sembra essere questa l’origine della fiaba di Hansel e Gretel, racconto “ombroso” come il bosco, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare ai due fratellini bellissima, accogliente e materna, ma strega che inganna e mangia i bambini. Nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia: il giornaliero inganno dell’immagine nasconde verità opposte o semplicemente più complicate. La casa, il bosco, il sentiero illuminato dai magici sassolini, le piume lucenti del cigno, tutto gira e si trasforma, per poi ritornare con una luce nuova, come il sole ogni mattina. Cos’è buono? Cos’è brutto? Ciò è vero o ciò appare? Quel che vorreste non è reale. Quel che vorreste forse fa male. Non lasciatevi ingannare. Non lasciatevi incantare. In tempi di recessione economica, raccontare ai bimbi della società dei consumi una favola che prende avvio proprio dalla prosastica difficoltà di un padre e di una madre a sfamare i figli può non essere un esercizio di stile. Del resto, le favole non lo sono mai. Quali ansie d’abbandono, paura di non vedere soddisfatti i propri bisogni, quali fantasmi prendono corpo in bambini che sentono minacciata la propria avidità di benessere? Uno spettacolo sospeso tra realtà e favola, perché i bambini imparino a dare valore alle cose e soprattutto alla loro capacità di discernere e conquistarle, a superare la dipendenza passiva, quella dai genitori e quella… dall’abbondanza.