Il Sedile

E’ nato il Comitato per i Tasporti Pubblici nel Salento

L’obiettivo è quello di raccogliere le voci dei pendolari, turisti e residenti, e formulare delle proposte.

Cronaca/ di Comitato per i Trasporti Pubblici nel Salento

Si è costituito ufficialmente il comitato per trasporti pubblici nel Salento, grazie ad un’iniziativa promossa da alcuni cittadini e dalla testata on-line TagPress.it.

Il Comitato intende farsi portavoce delle esigenze e delle vicissitudini dei cittadini residenti e dei visitatori del Salento, dei pendolari abituali, di quelli occasionali e di coloro che rinunciano o non possono usufruire di questo servizio a causa delle gravi carenze che lo caratterizzano.

Il Comitato trasporti pubblici Salento nasce ufficialmente oggi, dopo circa 2 anni di incontri e analisi delle problematiche del territorio e delle opportunità che offrirebbe l’adozione di un importante piano di interventi in questo settore.

Dalle esperienze raccolte il Comitato è stato anche redatto un documento, a disposizione a chiunque ne faccia richiesta, che sintetizza tutti questi aspetti e lancia alcune proposte.

Crediamo che nell’attuale dibattito politico, istituzionale, imprenditoriale, relativamente alle questioni legate al trasporto pubblico nel Salento, vi sia un pregiudizio di fondo, quello di pensare che il fruitore di questo servizio sia quasi esclusivamente il turista balneare.

Questo, oltre a tradire la tanto invocata necessità di destagionalizzare i flussi turistici e di favorire un turismo di tipo culturale, naturalistico, enogastronomico, perde di vista le esigenze dei residenti, di chi tutto l’anno ha bisogno di spostarsi, per motivi di studio, per lavoro, per prestare assistenza ai parenti, per svago o per qualsiasi altro motivo.

Più che ad un servizio ad hoc pensato per la stagione estiva (come SalentoInBus), riteniamo che sia necessario pensare ad un sistema di trasporto pubblico integrato e capillare, sia su ferro che su gomma, che funzioni tutto l’anno, festivi compresi, in grado di collegare tutto il territorio, frazioni e periferie comprese. Dove non arriva il treno deve arrivare il bus.

Fino a quando non saranno collegati tutti i centri urbani, fino a quando non ci sarà un collegamento fra le varie località, con un numero di corse e orari adeguati alle esigenze dei cittadini, fino a che per i cittadini e le famiglie l’uso dell’auto sarà un’esigenza irrinunciabile, il trasporto pubblico non potrà considerarsi sufficiente.

Ci preme ricordare che il diritto alla mobilità è un diritto fondamentale, garantito da quella Costituzione che impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli “che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini” e che “impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Il trasporto pubblico, d’altro canto, per tantissime persone è anche una condizione necessaria per poter esercitare altri diritti fondamentali, come il diritto al lavoro, all’istruzione, alla sanità, senza contare le condizioni di disagio e di isolamento che tanti cittadini, privi della possibilità di spostarsi con un proprio mezzo, sono costretti a sopportare.

Gran parte dei mezzi di cui dispongono le aziende di trasporti pubblici operanti nel Salento, in primis FSE, non sono nemmeno abilitati al trasporto delle persone diversamente abili. E questo è molto grave.

Il Comitato vuole proporsi come interlocutore istituzionale e politico, pur mantenendo la propria equidistanza e indipendenza da movimenti o partiti politici. E’ inoltre interessato a confrontarsi e accogliere cittadini e associazioni pronti a condividere le iniziative e gli obiettivi portati avanti.

Riteniamo che la carenza di trasporti pubblici ha anche prodotto in questi decenni dei danni economici e ambientali ed ha frenato in maniera determinante le possibilità di sviluppo di questa terra.

La mancanza di un sistema efficiente di trasporto collettivo (sia pubblico che privato) ha comportato la necessità di un eccessivo numero di mezzi privati in circolazione (secondo i dati ACI e ISTAT in Italia circolano 608 auto ogni 1000 abitanti), con conseguenze a livello di inquinamento atmosferico, sicurezza stradale, traffico congestionato, carenze di parcheggi e non di meno la necessità di costruire nuove infrastrutture stradali per contenere il traffico veicolare, il che produce ulteriore consumo di suolo.

Vogliamo un sistema di mobilità collettiva sostenibile, che porti vantaggi anche a livello ambientale, senza creare ecomostri ma, al contrario, avviare progetti di riqualificazione degli spazi esistenti, come le tante stazioni ormai dismesse o abbandonate di Ferrovie Sud Est.

Ci rivolgiamo direttamente alla cittadinanza attiva e alle istituzioni politiche, a cui chiediamo di essere ascoltati.

Ci preme anche sottolineare che tutto questo non deve portare a danneggiare il settore del trasporto privato. Tutt’altro! Riteniamo, sulla base delle esperienze virtuose, anche all’estero, che un trasporto pubblico efficiente costituisca anche un volano di sviluppo per le imprese private.

Vogliamo ricordare quanto dichiarato dall’economista Gustavo Petro, Sindaco di Bogotá dal 2014 al 2015: “Un Paese sviluppato non è luogo dove il povero possiede auto, ma dove il ricco usa il trasporto pubblico”.

 

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