Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico
Non ricordo un solo giorno, passato senza sentire uno dei due vice premier pronunciare parole rassicuranti, “TROVEREMO UN ACCORDO”, al popolo preoccupato.
E al sentire quelle parole, dalle parti del MOVIMENTO, sale un respiro forte di sollievo, un respiro liberatorio insieme alla speranza di essere ancora una volta “in salvo”.
Ed io il primo a capire il loro stato d’animo.
La prematura fine della legislatura e l’importante calo di consensi, potrebbe insieme scrivere la parola fine a carriere appena iniziate, ad una bella e inaspettata avventura.
Sia chiaro, ci sta’. Non è una critica è una cosa che succederebbe anche a me se fossi al loro posto. Uguale.
Il 4 marzo dell’anno scorso è successa una rivoluzione vera, improvvisa e salutare.
Ancora molti di quelli che dalla rivoluzione, hanno tratto benefici tardano a rendersi conto della loro elezione in parlamento, ancora altri cercano inutilmente la differenza tra l’essere eletto e il trovarsi eletto senza aver individualmente e fortemente contribuito per esserlo.
Per essere però il “cambiamento”, devono prima cambiare loro e sostenere nel bene e nel male quanto hanno promesso, trasmettere, pur tra la rara coerenza che c’è in giro, le stesse cose che si sono, con l’essere Movimento, sostenute.
Dire per esempio con una sola parola che il discorso su TAV è chiuso. Punto.
Senza tutte quelle sovrastrutture mentali che dicono nulla e il suo contrario.
Solo così si potrà parlare di cambiamento e il MOVIMENTO potrà tornare non dico a crescere ma a mantenere almeno gli attuali considerevoli consensi.
Saranno diversamente destinati ad una precoce estinzione e secondo me sarà un peccato ai fini di un bilanciamento di poteri tra maggioranza e opposizione.
Quel che ogni volta mi preoccupa è che ogni maggioranza abbia sempre di fronte una opposizione forte e organizzata, sentinella della bontà dei provvedimenti della maggioranza.
Una opposizione responsabile e pronta a condividerli o contestarli, come forse non fece il MOVIMENTO, affezionato ad una opposizione “esasperata e populista”, che contribuì soltanto a gonfiare il consenso oltre il dovuto, quando in carica c’era il Governo Renzi & Angelino.
Votare oggi sarebbe come consegnare il Paese a Salvini e al centro destra.
Bisogna solo aspettare qualche mese, aspettare che la LEGA come già successo al MOVIMENTO si sgonfi, cosa peraltro inevitabile e forse già iniziata. Un uomo solo e anche troppo forte al comando, mi fa paura e soprattutto
mi fa veramente paura, lo ripeto, lasciare il Paese senza un contrappeso, senza un’ opposizione in grado di esercitare un ruolo essenziale di verifica e controllo e prepararsi a diventare maggioranza.
Tempesta politica sul nuovo stadio della Roma, e non solo politica, anche giudiziaria.
Finalmente si cominciano a vedere i primi segnali del cambiamento.
Meno male.