Ha patteggiato la pena, rischiava quattro anni, se l’è cavata con due. L’Amministrazione Comunale si è costituita parte civile.

VigiliCronaca/Galatina/di Redazione

Silenziosamente era sparito dalle strade della città in cui in divisa prestava servizio. Silenziosamente era stato “sedimentato” nel Dipartimento di Urbanistica ed Assetto del Territorio.

La vicenda ha avuto oggi il suo epilogo e le sue certezze. Italo De Vito, 55 anni, ex maresciallo capo di Polizia Municipale  in servizio a Galatina era finito nel mirino della Procura nell’ambito di un’inchiesta condotta dal PM Valeria Mignone su denuncia da parte di alcuni cittadini per storie di soldi per multe intascate.

Difeso dall’avv. Carlo Gervasi il De Vito si è presentato davanti al GUP Simona Panzera che ha accettato la richiesta avanzata dal legale di patteggiamento ed ha emesso la sentenza di condanna a due anni per peculato, pena sospesa.

Il De Vito che originariamente prestava servizio di vigile urnabo presso il Comune di Tricase aveva trovato a suo tempo conveniente, vivendo egli a Copertino, lo scambio con un dipendente del Comune di Galatina, tal Bramato Piero, che originario di Lucugnano aveva trovato a sua volta conveniente il trasferimento a Tricase.

Da troppo tempo e troppe voci si rincorrevano su situazioni poco chiare che vedevano coinvolto il De Vito. Anni fa ignoti avevano mandato in frantumi i vetri della sua auto. Poi le voci su presunte multe incassate ma non versate nelle casse comunali ed infine una denuncia ai suoi danni da parte di un cittadino di Collemeto che aveva ricevuto una cartella esattoriale da parte di Equitalia per conto del Comune di Galatina per una multa non pagata ma che lo stesso avrebbe già pagato.

Sarebbero comunque quattro le multe contestate contestate al De Vito ma sono sicuramente molti di più i cittadini che avrebbero rinunciato ad agire nei suoi confronti. Da segnalare che nell’occasione l’Amministrazione Comunale si è costituita parte civile contro il De Vito ed era difesa dall’Avvocatura del Comune nella persona dell’avv. Geusa.

Resta da capire ora se l’Amministrazione, dopo la condanna del dipendente, procederà con l’adozione di provvedimenti di carattere disciplinare.