Cronaca/ di Coldiretti Puglia

Furti di alberi secolari, di ulivi appena reimpiantati in area infetta da Xylella, di mezzi e prodotti agricoli, campagne trasformate in discariche a cielo aperto, oltre alla sofisticazione e all’italian sounding che danneggiano ortofrutta e olio made in Puglia.

Il fenomeno delle ecomafie, delle agromafie e della criminalità in agricoltura è sempre più dilagante in Puglia, dove si assiste – denuncia Coldiretti Puglia – anche ad una escalation di furti nelle campagne di mezzi agricoli, prodotti, fili di rame e tutto quanto il sano svolgimento dell’attività agricola nelle aree rurali.

La Puglia è – secondo i dati dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – una regione a forte rischio ed è al terzo posto della classifica nazionale, con un livello di infiltrazione criminale pari all’1,31%, preceduta solo da Calabria (2,55%) e Sicilia (2,08%). E’ emerso, tra l’altro, come il fenomeno delle agromafie, nel corso degli ultimi cinque anni, abbia accresciuto la propria intensità in particolar modo in Puglia (Bari: 1,39%; Taranto: 1,30%; Barletta-Andria- Trani: 1,27%).

Palma nera – secondo la Coldiretti – alla provincia di Bari, che rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l’intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane. Si piazza al decimo posto, seguita a ruota da Taranto al 15esimo, la provincia di Barletta-Andria-Trani al 18esimo posto, Lecce al 28esimo, Brindisi e Foggia rispettivamente al 46esimo e 47esimo posto. I ruoli si invertono se ad essere fotografato è l’indice di permeabilità delle agromafie che raggiunge 100 a Foggia, 66,80 a Brindisi, 44,75 nella BAT, 34,56 a Taranto, 30,75 a Bari e, infine, 25,94 a Lecce.