Rubriche/di Luigi Mangia
Il 24 febbraio si svolgerà di notte la marcia della pace Assisi-Perugia, promossa dai frati francescani, dalla comunità di Sant’Egidio e dall’appello di Papa Francesco, il pastore che ha il potere di parlare di pace al mondo e di essere ascoltato. Un anno di guerra ha fatto troppi morti, ha distrutto troppe città, ha raso al suolo teatri, scuole ospedali e chiese.
Ha distrutto la vita e ormai l’Europa intera ha il cuore spezzato dalla violenza delle bombe. Spetta alla cultura il compito di illuminare le menti e liberare il potere della politica dall’odio e dalla voglia di comandare contro ogni regola, contro ogni rispetto, vanificando tutte le convenzioni dei diritti internazionali di tutela e di rispetto delle civiltà del diritto dell’uomo. Siamo stanchi, non abbiamo più neanche la forza della poesia perché siamo prigionieri dell’angoscia della paura di subire la morte e di non avere più neanche la sepoltura.
Chiediamo ai direttori di museo, di biblioteche, ai rettori delle università e agli studenti il 24 di febbraio di condividere e di partecipare idealmente all marcia di Assisi per la pace, esponendo nei luoghi di cultura la bandiera della pace per dare il segno al tutto il mondo che vogliamo soltanto avere la fine di una guerra immeritata. Facciamo sentire la nostra voce rispettando chi ha perso la vita. Non gridate più!
Cessate d’uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo
(Ungaretti)