Il Sedile

“C’ eravamo anche noi” ed erano 1841 i soldati leccesi sul “Fronte russo”

Russo1156 erano di Galatina di molti di essi non si ebbe mai più notizia. L’elenco dei reduci e dispersi nel libro di Marcello Quaranta che qui sintetizziamo. 

Cronaca/Galatina/di p.z.

Il lavoro del prof. Marcello Quaranta, come egli stesso ama definirlo, non vuole essere un libro di storia bensì una raccolta di memoria dei protagonisti di una guerra assurda. Tutto cominciò nel 2004 quando il preside del Liceo Capece di Maglie, la scuola dove insegnava l’autore del libro, lo incaricò di preparare un concorso indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione denominato “Settimana della cultura russa”.

Non fu una ricerca fine a se stessa, rappresentò, invece, l’inizio per scrivere prima un breve saggio storico dal titolo “ I soldati salentini in terra di Russia” e successivamente si fece strada il desiderio che lo portò ad ampliare la ricerca con l’elenco completo dei soldati leccesi inviati sul Fronte Orientale durante la seconda Guerra Mondiale e le loro testimonianze su quella terribile esperienza.

E’ luogo comune credere che ad essere inviati sul fronte russo fosse decisivo il dove si era nati. L’autore, figlio di un reduce di Russia nato a Como, era anch’esso convinto di ciò. E’ stata la sua ricerca a fargli capire e toccare con mano quanto notevole fosse stata, invece, la presenza di soldati leccesi in ogni reparto di quella spedizione, persino nel corpo degli alpini che parteciparono alla più tragica ritirata che la storia italiana ricordi, nel gelo e senza mezzi.

E’ cominciato così un lungo e paziente lavoro di ricerca nell’Archivio di Stato  di Lecce. Sfogliati, uno per uno, decine di giganteschi volumi contenenti ognuno di essi centinaia di fogli matricolari. La ricerca partì dalla classe del 1900 ma è il 1905 che farà comparire il primo nominativo di un militare leccese  inviato in Russia. Con il passaggio ai successivi anni di leva i ritrovamenti diventarono sempre più frequenti. Si trattava di semplici carrettieri, manovali, cavamonti o contadini analfabeti quasi tutti provenienti dalla parte sud della provincia, raramente dalla città. In seguito con il bisogno sempre più crescente di uomini da inviare al fronte comparivano commercianti, impiegati, possidenti terrieri e qualche studente anche dalla città.

I fogli matricolari non erano ricchi di notizie sul soldato. Spesso vi era il nome e cognome, in alcuni casi anche quello dei genitori ed in altri la sigla NN oltre alla parola “disperso” unitamente alla comunicazione scritta inviata dai carabinieri ai parenti. Le classi di leva che hanno pagato il maggior tributo di uomini sono state la 1920,1921 e 1922. Negli oltri centomila fogli matricoilari visionati dal prof. Quaranta la ricerca ha registrato 1841 soldati leccesi sul fronte russo di cui 1 colonnello, 1 ten. Colonnello, 1 maggiore, 3 capitani, 4 tenenti, 18 sottotenenti, 4 allievi ufficiali di Complemento.

Il libro contiene l’elenco completo dei soldati leccesi con il numero di matricola. Contiene le testimonianze di chi è riuscito a tornare vivo o di parenti che raccontano o mostrano orgogliosamente le poche testimonianze di cui sono in possesso. Molti soldati dati per dispersi o per morti nell’Archivio di Stato, in realtà non lo erano. Sono tornati a casa molti anni dopo il 1945. Soldati fatti prigionieri o dispersi durante la ritirata. Di qualcuno si è saputo di tanti altri no. Il significato di questo libro sta nel voler continuare a raccogliere testimonianze, sta nel voler continuare a rintracciare soldati della cui esistenza in vita non si era avuta notizia, sta nel voler continuare a rintracciare i parente di qualche soldato disperso o deceduto che potrebbe arricchire queste pagine di conoscenza storica e per poter rendere il dovuto omaggio a questi nostri concittadini diventati eroi per forza. Eroi che non avrebbero voluto assolutamente essere o diventare ma che qualcuno,  vigliaccamente fuggendo per primo dal porto di Brindisi come i ratti non appena la nave comincia ad affondare, aveva mandato a morire tra atroci sofferenze in quelle sconfinate pianure di neve e ghiaccio.

Publico a seguire i nomi dei 156 soldati di Galatina che furono mandati sul fronte russo a combattere. Alcuni tornarono vivi altri no. Se qualcuno avesse notizie, testimonianze o altro di essi e volesse comunicarle al prof. Quaranta è pregato di mettersi in comunicazione con la Redazione del Sedile oppure con la libreria Fiordilibro. Cliccare su ogni singolo foglio per ingrandirlo.

 

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