Cronaca/di pietro zurico
Nel dicembre del 2012 fu introdotta un’altra gabella (quando è festa è festa) a carico dei cittadini per circoscrivere i danni derivanti da responsabilità civili provenienti da lievi colpe di amministratori e dirigenti.
Fu introdotta per garantire il Comune da conseguenze derivanti da colpa lieve del Sindaco, degli Assessori, Consiglieri, nonché dei Dirigenti e titolari di P.O. per un premio annuo lordo di complessivi € 12.102,75.
Successivamente con la medesima polizza fu ristretta detta garanzia alle sole figure professionali del Sindaco, Assessori, Consiglieri Comunali, Dirigenti dell’Ente e Funzionario Avvocato. Il premio totale annuo scese a 8.650,00 euro.
Un tempo si diceva che “chi rompe paga ed i cocci sono suoi” ora pare proprio che non solo non paga mai il responsabile ma neanche l’assicurazione ed i cocci passano sempre direttamente in tasca ai cittadini.
Uno degli ultimi esempi tangibili è rappresentato dalla determinazione n.150/2019 che in esecuzione della deliberazione di C.C. n. 33/2019, ha preso atto della sentenza del TAR di Lecce annullando gli atti amministrativi, nello specifica un decreto sindacale, condannando il Comune al pagamento delle spese processuali più accessori in favore della parte ricorrente, indicata con le iniziali C.V., per un importo complessivo di circa 1.500 euro.
Con la stessa delibera di Consiglio Comunale, col voto contrario di larga parte delle minoranze, fu deliberato di inserire dette somme tra i debiti fuori bilancio.
Si trattava in sintesi della concessione da parte del sindaco Amante, con proprio decreto, ad una dipendente dell’azienda gestore del servizio dei parcheggi a pagamento, di una qualifica che le avrebbe permesso di ricoprire un ruolo specifico nell’ambito del suddetto servizio.
Con il decreto n.03 del 17 luglio 2017 conferì la qualifica e successivamente con il decreto n.17 dell’11 settembre la ritirò in seguito al verificarsi di fatti di cronaca giudiziaria con la motivazione dell’esistenza di “un legame di coniugio e di convivenza con uno dei destinatari dei provvedimenti restrittivi della libertà”.
Naturalmente la C.V. fece ricorso al TAR che fu accolto con relativa condanna del Comune al pagamento della somma anzidetta. Che ci fosse colpa politica nelle decisioni adottate e lapalissiano. Pare difficile se non impossibile che il Sindaco vivesse sulle stelle e poi improvvisamente fosse disceso in terra perché avendo egli scritto nel suo decreto di concessione che lo stesso era stato inviato per la dovuta conoscenza al Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, al Dirigente del locale Commissariato di Polizia ed Comandante del Corpo di Polizia Municipale. Tutti sulle stelle? Difficile crederlo è più facile ipotizzare altre eventualità.
Ritornando al dunque resta chiaramente evidente la colpa politica del Sindaco che ha procurato il danno ed allora per quale motivo non si è fatta intervenire l’assicurazione per pagare il dovuto? Perché si è fatto ricorso al debito fuori bilancio che poi significa far pagare il tutto ancora una volta ai cittadini?
E se anche si fosse preferito non immettere nella vicenda l’Assicurazione per evitare che fosse rimestato del letame secco non avrebbe dovuto pagare chi per propria colpa ha procurato il danno?
Sbagliare è umano, è naturale che possa succedere, ma onestà intellettuale e politica vorrebbe anche che si chiedesse scusa e si mettesse riparo al danno senza scaricare colpa e danno sugli altri. Ma ormai pare proprio che ai debiti fuori bilancio causati da responsabilità politiche da far pagare ai cittadini si è forse talmente abituato che avrà deciso di applicare lo stesso criterio anche sui suoi stessi errori…….e l’Assicurazione ringrazia.