Lettere/di Simone Giuri
Buongiorno. Sono un lettore affezionato del vostro quotidiano.
Leggo la notizia della mamma rammaricata di una bambina frequentante il nido comunale di Galatina, che espone il suo disagio, dovuto al rifiuto da parte delle educatrici di far accedere la bambina oltre l’orario consentito delle 9.30.
La notizia ha destato il mio interesse, dovuto al fatto di essere padre di un bambino che frequenta un nido, dove anche lì, guarda un po’, esiste un regolamento che vincola i genitori e le educatrici, nell’ intessere reciproco di lavorare al meglio per educare i nostri bambini.
Non comprendo, onestamente, il rammarico della madre, che ritiene di aver subìto un torto talmente grave da spingerla a invocare, addirittura, una risposta istituzionale (!).
Non comprendo, inoltre, cosa abbia spinto la vostra testata ad accogliere questo sfogo di madre inadempiente alle regole.
Quale sarebbe la colpa della coordinatrice ‘sotto accusa’? Quella di fare il proprio mestiere con diligenza etica e professionalità?
Meditate prima di pubblicare tali sfoghi, pur dettati da motivazioni di pubblico servizio.
Sembra che si voglia sdoganare il concetto che si possa fare un po’ come si vuole.
I ‘ben sei minuti’ di ritardo sono una mancanza di rispetto verso le educatrici, i genitori della struttura in questione e, più in generale, verso tutte le brave persone che pretendono di vivere in una società civile.
Cordialmente,
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Gentilissimo sig. Simone,
Ci chiede cosa ci abbia spinto ad accogliere e pubblicare lo sfogo della signora Chiara “madre inadempiente alle regole”.
Le rispondo seduta stante.
Ci hanno spinto gli stessi principi per i quali pubblichiamo, doverosamente, anche la sua lettera.
Grazie per onorarci della sua assidua attenzione. Cordiali saluti (p.z.)