Nel Consiglio comunale del 29 maggio è stato evidenziato da parte del Sindaco, in risposta alle accuse del Consigliere Amante di aver portato l’amministrazione comunale verso un “decadimento morale” al limite della “decenza”, che aver coinvolto associazioni, amici e candidati nelle scelte e nelle attività gestionali della cosa pubblica non era da considerarsi un virus ma una risorsa, un atto di trasparenza, una condivisione nelle scelte.
Coinvolgere è un bene, è un bene anche il proliferare in città dell’associazionismo, certo lo sarebbe ancor di più se fosse maggiormente valorizzato il principio di “volontariato” che si ritrova in ogni statuto di associazione no profit che poi, molte di esse, tanto “no” non dimostrano di esserlo. Evitiamo di fare nomi tanto sono sulla bocca di tutti.
Dicevamo quindi bene il coinvolgimento, bene l’associazionismo proliferante, bene l’educazione del popolo alle scelte condivise, bene insomma tutto ciò che educhi le diverse componenti della città a diventare un unico corpo teso verso il comune obiettivo della crescita della città.
Ma è veramente così? E’ questo l’obiettivo che si sta tentando di raggiungere? Se guardiamo i fatti i dubbi sono tanti.
Prendiamo ad esempio l’ultima manifestazione organizzata dall’Amministrazione comunale: Balconi fioriti.
Nulla da dire sulla bontà dell’idea. Personalmente i fiori mi piace vederli crescere e morire nel loro habitat naturale. Vivere e colorare quella parte di ambiente che li rispetta e non li recide per uso ed egoismo personale. Mia moglie mi ha sempre rimproverato di non averle mai regalato un fiore, ma che ci vuoi fare, pazienza, se ne è fatta una ragione, sono per il rispetto della vita in ogni sua forma. Ma tutto ciò non ha importanza sono visioni di vita diverse e pur non condividendole, a fatica, ma le rispetto.
Quello che è censurabile è altro. E’ censurabile ad esempio dichiarazioni di intenti, di principi che poi non trovano corrispondenza nell’operato. La manifestazione “Balconi fioriti” è costata alla cittadinanza circa 11.000 euro. Coinvolgimento: solo due operatori economici e non mi ripeto sul resto. In tal senso rispetto allo scorso anno e con un costo inferiore alla metà quest’anno si è fatto un passo indietro.
Parliamo anche delle altre evidenze. Il giorno stabilito dall’azienda all’abbeveraggio delle piante, il traffico su via Umberto I e zone limitrofe era completamente congestionato, bloccato dal carrello elevatore per il raggiungimento dei balconi. L’azienda faceva il suo lavoro non gli si può certamente addebitare nulla, ma l’Amministrazione?
l’Amministrazione non può certamente essere esente da colpe, proprio per non aver previsto questo disagio che, salvo manovre in corso di opera, durerà per ben quattro mesi; ogni volta che bisognerà abbeverare le piante sarà la stessa storia e man mano che il caldo avanza dovranno intensificarsi sempre più a meno che non le si facciano seccare prima.
Si voleva ad ogni costo affidare l’incarico alla ditta in questione: bene sarebbe stato sufficiente inserire una piccola clausola contrattuale:” i lavori di abbeveraggio delle piante devono essere effettuati in orari tali da non arrecare nocumento al traffico cittadino ed alle attività commerciali della zona”. Non bisognava essere Leonardo Da Vinci o Pico Della Mirandola.
Un’altra soluzione avrebbe potuto essere proprio quella a cui faceva riferimento il Sindaco nel Consiglio comunale del 29 maggio quando parlava di coinvolgimento e condivisione che non sono un virus ma opera di educazione della popolazione.
Bene, constatato che la maggior parte degli immobili facenti parti dell’operazione “Balconi Fioriti” sono di proprietà privata sarebbe stato proprio tanto strano coinvolgere i proprietari nell’operazione? Non li si poteva sensibilizzare nel prendersi cura dell’abbeveraggio delle piante collocate sui loro balconi? Oltretutto si sarebbe risparmiato pure un po’ di quattrini e alle dichiarazioni di principio si sarebbe dato credito con fatti concreti.