Lettere/di lettera firmata
Lettera di un cittadino in stato di bisogno a cui non è stato concesso il bonus spesa legato all’emergenza Covid.
Carissimo sig. Sindaco
Inizio con il chiederle scusa se da questa mia lettera trasuderà tanta rabbia.
Mi sono ritrovato nel giro di pochi mesi a vivere l’incubo peggiore della mia vita, un incubo da cui non sto più riuscendo a venir fuori.
Tutto è iniziato da un mio, definiamolo, “errore” che mi ha portato alla chiusura forzata della mia attività ed ha visto compromessa la mia famiglia.
Successivamente il mese di dicembre dopo diverse visite mediche mi è stato diagnosticato “un male”.
Di colpo la mia vita è cambiata. Da solo e con poche risorse economiche mi sono ritrovato a dover affrontare un delicato intervento chirurgico.
A marzo avrei dovuto iniziare un trattamento chemioterapico che ho dovuto sospendere perché nel frattempo sono sorti altri problemi.
Mi è stato riconosciuto, “per fortuna”, un reddito minimo di cittadinanza di 400 € mensili.
Solo di benzina per andare e venire da Lecce dal Fazzi in questo mese ho speso oltre 50€. Tra bollette, spese varie e con una bimba di 5 anni è stato un attimo finire il sussidio.
Come da suo video-invito apparso su Facebook il 1° aprile in cui chiedeva di mettere da parte l’orgoglio e farci avanti qualora avessimo avuto bisogno di aiuto. Mi sono rivolto a consiglieri ed assessori … Non le dico quali sono state le loro risposte..
Una in particolare ha fatto “colore”: “Ce bboi ti fazzu iu?”
Era la vigilia di Pasqua, vorrei ricordare a quel consigliere che per la prima volta in vita mia non sono stato in grado di comprare l’uovo pasquale a mia figlia. Di questo lo ringrazierò e me ne ricorderò a vita.
Avete iniziato la distribuzione dei famosi blocchetti di buoni spesa con i soldi messi a disposizione dal governo. Anche in questo caso è stata respinta la mia richiesta perché -mi è stato risposto dai servizi sociali – sono beneficiario dei 400 euro di reddito.
Sono stato “meritevole” da parte dei Servizi Sociali dell’attenzione da parte loro di 2 Kg. di pasta ed una bottiglia di passata di pomodoro. E’ stato la mia Pasqua.
Nello scrivere questa lettera non trovo vergogna e non sta a me giudicarmi; è il mio passato a farmi da curriculum.
Ho sempre lavorato mi sono sempre messo in gioco e a disposizione per il mio paese e ora proprio chi lo rappresenta istituzionalmente mi volta le spalle.
Ho commesso un solo errore nella mia vita e non vorrei che sia per quello che mi si state facendo pagare il conto. Mentre commettevo “l’errore” non ero da solo. Non è una giustificazione ma non è neanche giusto che debba essere solo a dover pagare il conto.
Se questa è la mia guerra non mi tirerò indietro.
Pasqua è passata non la dimenticherò per tutta la vita. Grazie a Lei, ad alcuni componenti della sua squadra ed ai Servizi Sociali la mia Pasqua è consistita in 2 kg. di pasta ed una bottiglia di passata di pomodoro. Questo è tutto ciò di cui ho usufruito o mi avete permesso di usufruire.
Spero che tutto questo possa finire presto e che Dio mi dia la salute per poter tornare a lavorare come ho sempre fatto senza dover dipendere da nessuno.
Le porgo i mie saluti e le faccio un grosso in bocca al lupo.