Eventi/di Redazione
Il Cavallino Bianco, nella serata di giovedì 28 aprile, era a festa. Aveva indossato l’abito nuovo, quello bello, quello delle serate speciali. Dalla sua restituzione all’attività ludico teatrale solo un altro paio di volte mi era successo di vederlo così strapieno in ogni ordine di posti, palchi compresi.
La prima è stata nel novembre del 2021 con l’esibizione delle eccellenze artistiche locali: Nicoletta Manni ed a seguire Luigi Fracasso. La seconda è stata proprio giovedì a sera con Sergio Cammariere. In entrambi le occasioni un fattore comune: Luigi Fracasso e la sua Associazione “I Concerti del Chiostro”.
Il maestro Luigi Fracasso ha confermato una volta in più, se mai ce ne fosse bisogno, di essere oltre che un artista di fama internazionale anche un abile e capace organizzatore oltre che profondo conoscitore del mercato a cui rivolgersi e da cui attingere artisti di fama internazionale per programmare ed organizzare spettacoli di altissimo livello musicale.
Il maestro Fracasso non collabora, come ha scritto qualcuno, all’organizzazione di una manifestazione perché è lui l’organizzatore della manifestazione chi gli si accosta lo fa solo per poter vivere di luce riflessa principalmente poi in periodo elettorale.
Il maestro Fracasso sa da se come riempire con i suoi spettacoli piazze e teatri a differenza di altri che riescono con i loro spettacoli a portare nel Cavallino al massimo qualche amico e parenti.
Forse sarebbe il caso per il futuro del Teatro di iniziare a guardare nel nostro giardino ed affidarci alle nostre risorse locali, quelle che hanno già ampiamente dimostrato di aver ben poco da imparare, semmai da insegnare, ad affabulatori ed illusionisti che alla resa dei conti ci hanno quasi sempre rifilato rame per oro costatoci tra l’altro ben 40.000 euro.
Quella con Sergio Cammariere è stata una serata che in tantissimi ricorderanno con immenso piacere. L’artista si è esibito in brani del suo repertorio composto dai suoi pezzi più noti ad altri del suo ultimo lavoro “Piano Nudo” ed insieme al suo suo terzetto ha trasmesso magia.
Ha parlato col pubblico, scherzato, lo ha fatto cantare ma soprattutto ha suonato magistralmente e con un ritmo così trascinante che era impossibile restare fermi. Chi con il piede, chi con le mani chi con la testa batteva e scandiva i tempi del blues, del jazz e della samba. Il pubblico ha tributato estasiato applausi spellamani e sicuramente in cuor suo aveva voglia che il concerto non finisse mai, durasse ore e ore magari sino all’alba ma che purtroppo all’orario obbligato dovette concludersi. E fu una lunga interminabile standing ovation.