Per la redazione del progetto ci si affiderà a tecnico esterno. Esproprio e reperimento dei fondi i nodi da sciogliere.

Cronaca/di p.z.

E’ colpa dei comparti se la città è priva di servizi di interesse comune. Questo è almeno il dato che emerge dalla riunione di Giunta comunale che ha deliberato su quanto contenuto nella Delibera n. 246 del 18/06/2024.

I comparti, secondo questa nuova e sconcertante corrente di pensiero, avrebbero dovuto realizzare al loro interno, qualora fossero stati realizzati, i servizi di interesse comune e con essi il complesso dei fattori afferenti alla qualità urbana e alla vivibilità cittadina. Naturalmente se fossero stati realizzati ma non lo sono stati ed il solo averlo pensato ci fa, diciamo, sorridere.

Forse se l’analisi fosse stata un po’ più realistica, analizzando con la dovuta obiettività storica quello che è stato lo viluppo urbanistico di questa strana città (e stranissimi amministratori) nel periodo compreso dagli anni cinquanta ai nostri giorni si sarebbe giunti a conclusioni meno superficiali e forse più realistiche sullo sfregio perpetrato con volontà scientifica a questa città. Uno sfregio dovuto all’aver sacrificato sacrificato e svenduto (per incuria o per monetizzazione) ogni minimo spazio che avrebbe dovuto essere destinato a servizi di pubblica utilità. Per non parlare poi di altri interessi che hanno avuto quale conseguenza quella di far sviluppare la città in senso verticale con una moltiplicazione dei costi di servizi ed urbanizzazione.

Il Rione Italia è un tipico esempio di sviluppo urbanistico svenduto al cemento ma se non vogliamo spostarci così lontani nel tempo soffermiamoci al più recente Rione S. Giovanni che sta crescendo quale fotocopia del Rione Italia. Qualche albero esistente sta lì grazie alla solo buona volontà di qualche abitante del posto. Il resto è squallore e si continua a far costruire in materia dissennata.

Avendo però la Delibera in oggetto (di cui si individua chiaramente la paternità) individuato nella sola mancata realizzazione dei comparti la causa della carenza dei servizi di pubblica utilità procediamo su questa falsariga magari chiediamoci, però, chi a suo tempo ha potuto mai pensare ad una città lottizzata per svariati ettari in comparti con costi di urbanizzazione a completo carico dei cittadini e per giunta pensare che sarebbero andati tutti a ruba.

Oggi si è capito quanto sia stata superficiale quella scelta e si è fatto parzialmente marcia indietro cercando di porre parziale rimedio, seppur con scelte assai discutibili.

Ora preso atto del fallimento dei comparti e con essi di tutti i servizi di interesse pubblico che con essi avrebbero dovuto essere realizzati, con la Delibera in oggetto l’Amministrazione sta cercando progressivamente di intervenire per realizzare, si legge, i servizi di base della città, “con riferimento al verde ed ai parcheggi, che rientrano nelle categorie di maggiore interesse pubblico“.

Per ciò che riguarda il verde stendiamo un manto pietoso. Di verde, di nuova generazione, si vede solo quello che cresce spontaneo a ridosso dei marciapiedi e nelle zone incolte della città. Di “nuovo-nuovo” solo qualche progetto ricevuto in eredità dalla precedente Amministrazione (piazza Alighieri e piazzale Stazione) e per giunta accompagnati nella realizzazione da uno strascico di polemiche di cui si parlerà anche nel prossimo consiglio comunale.

Fa capolino con la delibera in oggetto un’idea di progetto per la realizzazione di nuovi parcheggi in rapporto ad ambiti urbani di particolare interesse quale quello rappresentato nella parte dei servizi del Comparto C2 (Area Mercatale).

Tale comparto C2- della estensione di ca. 7 Ha, aveva, nelle previsioni del PUG (2005), una parte destinata a servizi (Area Mercatale) di ca. 5 Ha, in una posizione strategica della città.
Varie vicende amministrative (tipiche della storia locale) ne decretarono la mancata realizzazione, tanto che, il mancato esproprio, fece decadere i vincoli urbanistici di destinazione.

Peraltro, l’area in argomento è in parte interessata da vincolo di pericolosità idrica ed in parte, per circa 8.800 mq. risulta libera da vincoli, con la particolarità di costituire una figura pentagonale con ben quattro lati prospicienti altrettante strade (via Emilia, via Val d’Aosta, via Monte
Bianco, via di collegamento fra via Monte Bianco e via Val d’Aosta).

L’intendimento è quello di intervenire su questo nodo con la
realizzazione di una grande area a parcheggio – di circa 8.500 mq. a servizio del centro cittadino, procedendo con la previa riqualificazione della destinazione a parcheggio e con il successivo esproprio della superficie interessata.

La progettazione urbanistica si legge in delibera, e qui ci stiamo arrivando, “di tale ambito territoriale risulta particolarmente articolata, attesa la vastità dell’ area interessata e/o la specificità delle procedure da implementare in presenza dell’avvenuta scadenza dei vincoli perequativi.
Si pensa quindi alla preordinazione di un progetto di dettaglio per l’ambito territoriale da operarsi d’Ufficio o con incarico esterno


Stante, però, “la carenza di personale tecnico presso gli uffici
comunali, si ravvisa la necessità di conferire un incarico esterno a tecnico qualificato per la progettazione e dimensionamento dei progetti del parco urbano e del polo quartiere fiera
“.

Considerati i tempi tecnici per l’esproprio, a meno che non si tratti di un altro di quegli espropri fantasmi di cui le Amministrazioni comunali di Galatina sono famose per aver arricchito tutti i latifondisti possessori di agri di terreno a macchia mediterranea (pagati a peso d’oro per acquisizione senza successiva procedura espropriativa), considerati i tempi tecnici di progettazione e quelli di realizzazione dei servizi; considerati, inoltre, i tempi per il reperimento dei fondi con cui finanziare il progetto e di cui non si fa alcun riferimento alle fonti a cui attingere, ci si augura di sbagliare, ma l’impressione è quella di essere di fronte ad un fac simile del progetto quartiere fieristico.

La solita annotazione: quando oltre al documento principale saranno pubblicati (come per legge) anche gli allegati facenti parte integrante dell’atto principale sarà sempre troppo tardi.