Rubriche/Opinioni/di Daniele Francesco Mauro
Il dibattito cittadino in vista delle prossime elezioni comunali non è ancora entrato nel vivo. L’attenzione, al momento, è orientata non tanto alle proposte progettuali e programmatiche quanto al posizionamento delle varie liste, gruppi o singoli personaggi rispetto alle coalizioni in corso di formazione.
Si sente, insomma, nell’aria la mancanza di quel sano dibattito sulle idee che, a mio modo di vedere, dovrebbe essere propedeutico alle scelte di campo e rappresentare il vero sale della democrazia. C’è chi dice che è ancora troppo presto e che la campagna elettorale sarà lunga. Forse è vero e sicuramente ci sarà tempo e modo per approfondire i temi programmatici. Tuttavia non nascondo un certo disagio nel constatare che, soprattutto da parte di alcuni, le idee e i programmi vengono considerati dei veri e propri optional in un contesto dove sembra che debbano prevalere autoreferenzialità, contrapposizioni personalistiche e sterili individualismi.
Per la verità ci sono stati alcuni validi tentativi di focalizzare il dibattito sui temi. Penso ad esempio alle iniziative della consigliera comunale Paola Carrozzini su PNRR, scuola e centro storico o alle iniziative sulla “Città policentrica” portate avanti da Gerardo Filippo, già sindaco e pubblico amministratore di lungo corso con comprovata esperienza di programmazione strategica maturata sul campo. Su quest’ultimo argomento mi piace soffermarmi per portare, dal mio punto di vista, un ulteriore contributo.
Intanto spiace constatare che, nei mesi scorsi, mentre sul tema della “Città policentrica” si è dibattuto sulla stampa nazionale e locale, nelle aule dell’Università del Salento, nei consessi amministrativi e politici di altre realtà comunali con il supporto dei rappresentanti della Regione, l’amministrazione di Galatina ha ignorato completamente il tema, sottraendosi ad ogni confronto e rinunciando ad esprimere il proprio parere al riguardo. Eppure il tema della città policentrica sarà centrale e di fondamentale importanza per una città come Galatina, sia nel contesto attuale che nella prospettiva dei prossimi decenni.
Penso ovviamente al PNRR (ma non solo), per il quale occorre che la programmazione e le professionalità che ne devono seguire le linee guida, già dovrebbero essere al lavoro e allo studio per intercettazione delle risorse in essere. Non mi riferisco soltanto alle domande di partecipazione ai bandi minori che, per molte amministrazioni, costituiscono ormai quasi attività ordinaria mentre per il comune di Galatina diventa, a volte, motivo di spocchiosa e spropositata vanteria tanto da uscire con ben tre comunicati autoincensatori solo per aver fatto la semplice richiesta a valere su di un bando minore (quando si dice: autoreferenzialità!). Penso, invece, ad una attività propositiva, su progettualità importanti, che coinvolgano il territorio (anche sovracomunale), il partenariato pubblico e privato, gli istituti di istruzione superiore, con l’obbiettivo di incentivare la crescita economica e produttiva e incrementare lo sviluppo. Altri comuni sono già al lavoro su questo versante per concretizzare importanti sinergie.
La nostra città è fulcro centrale e polo attrattore per tutto un vasto hinterland e per una area di circa 350 km quadrati, costituita da decine di comuni più piccoli con i quali si deve obbligatoriamente fare squadra, creando una rete, non di semplice interconnessione burocratica, ma fatta di progetti applicati ad un territorio che oserei definire devastato dal punto di vista dei collegamenti interurbani che ne penalizzano una organica fruizione, principalmente turistica. Un territorio che pur dovendo mantenere la propria identità deve poter raccontare una storia comune che lo lega tra Grecìa e Messapìa.
Un occhio di riguardo dunque alla storia ma anche un passo verso il futuro attraverso la corsa alla transizione digitale con la formazione di nuove competenze, anche a livello di organico comunale, che favoriscano la transizione verso una città connessa in una rete che cresce e accresce in termini di contatti e conoscenza.
C’è bisogno, quindi, di grande capacità di programmazione e di visione strategica. Un eccezionale salto di qualità per costruire una città che merita molto di più di quello che finora ha avuto.