Cronaca/di p.z.
Pare proprio che gli attuali strumenti a disposizione siano per l’Amministrazione Comunale ed i suoi adepti, insufficienti per comunicare, informare e relazionare con i propri cittadini.
Eravamo convinti del contrario, perché, in fondo, non è che Assessori e Consiglieri lesinino la diffusione di notizie e fatti, diciamo, non da prima pagina.
Tra giornali, blog, format, Tv e quant’altro non si può certo dire che ci sia per loro carestia di strumenti comunicativi. Ci sta addirittura la possibilità di scegliere tra chi è più simpatico e chi più antipatico, chi amico e chi nemico (Copriryght palazzo Orsini), chi è meno allergico e chi più allergico alle veline. Poi ci stanno gli organizzatori di conferenze stampa (a pagamento naturalmente), di passerelle, di convegni, dibattiti, le claque e le casse di risonanza.
Insomma ci sta tanta roba per la quale, più che averne bisogno di altra, andrebbe utilizzata meglio quella che già ci sta, che sinceramente è anche troppa. Una delle ultime iniziative è stata, ad esempio, WhatsApp. Tanto strepito, tante urla ed alla fine la montagna partorì un topolino. Un messaggio ogni 15-20 giorni, se va bene, e per giunta per sdoganare una minestrina cotta già da parecchi giorni se non settimane.
E cosa dire dell’Albo istituzionale online? Atti che vengono pubblicati quasi sempre, dopo 30-40 giorni dalla sua emissione e con buona parte di essi in cui è disposto che venga inviata copia agli organi di stampa per la sua diffusione ma che, salvo rare eccezioni, nessuno riceve mai nulla.
Meglio, poi, stendere un velo pietoso sugli allegati all’atto principale “di cui sono parte integrante”. Se sono parte integrante perché non vengono pubblicati quasi mai? Vorrà dire li vedremo pubblicati sui social istituzionali?
Un tempo, sull’albo online, ogni dirigente, assessore, pure lo stesso sindaco pubblicavano giorni ed ora in cui ricevevano il pubblico. Provate a controllare se oggi esiste un Dirigente, un Assessore e lo stesso Sindaco che abbia indicato qualcosa del genere. Eppure la dicitura “oraio di ricevimento” ci sta…ma solo quella. Anche quella era comunicazione e fatta praltro di contatto diretto. Oggi abbiamo il tanto sbandierato servizio di portineria (peraltro non autorizzato da nessun atto pubblico nemmeno come forma di “volontariato”) con cui dover obbligatoriamente interloquire per poter anche soltanto accedere negli uffici comunali.
Con i “social media policy esterna” ora vedrete sarà tutto a portata di click e di tastiera ed al diavolo se secondo i dati dell’OCSE solo il 21% è degli italiani ha un livello di alfabetizzazione adeguato. Nonostante tutto la nostra infaticabile Giunta Comunale, forse su suggerimento dell’altrettanto infaticabile staff di sottogoverno, con la delibera n. 215 del 18/05/2023 ha approvato la creazione di profili social istituzionali da utilizzare per la comunicazione ufficiale del nostro Comune.
Per ora ha approvato il documento della “Social media Policy esterna” poi ha autorizzato e disposto ” l’apertura di profili social riferiti all’Amministrazione comunale che sarà gestita dagli account personali dei soggetti delegati e/o tramite password personalizzate. Di individuare nei Dirigenti di settore gli amministratori dei profili. Di autorizzare l’amministratore dei profili a indicare le limitazioni e autorizzazioni presenti nelle impostazioni degli account, di determinare che ulteriori soggetti potranno essere autorizzati al ruolo di gestore e/o editore per la pubblicazione, rispettivamente, di post o tweet sui vari profili, ognuno dei quali dovrà essere in possesso di particolari autorizzazioni”
Tutto sommato sembrerebbe trattarsi degli stessi operatori che ad oggi avrebbero dovuto assicurare trasparenza, legalità ed informazione al cittadino a 360° sul sito online del Comune e sul WhatsApp “istituzionale” sono invece riusciti a stupirci oltre a quanto già detto anche per un uso improprio ed eccessivo della legge sulla privacy. Figuriamoci che ultimamente sono giunti anche a secretare i nomi di coloro che sono stati selezionati per partecipare ai progetti del Servizio Civile Universale. Sono identificati da un numero, un semplice numero…per loro fortuna non marchiato sulla pelle.