Zone D3, Clinica S. Francesco e Bilancio di Previsione tengono banco e…nervi a fior di pelle. Sandra Antonica ha abbandonato l’aula per protesta.
Cronaca/di p.z.
Con la seduta del Consiglio comunale di martedì 30 maggio, spero si sia toccato il fondo e che pertanto ora cominci la salita. Una salita che riporti la politica nel suo giusto ambito perché questa, a cui abbiamo assistito, non è politica. Qualcuno ha scambiato l’aula consiliare per un ring dove l’avversario va combattuto non certamente con la forza delle idee.
No signori non siete su un ring siete in un contesto dove son stati seduti padri costituenti della nostra Repubblica, siatene degni. Siete in un luogo dove si son confrontate idee ed ideologie sin dai tempi in cui un’idea aveva si valori forti ma c’era anche tanto rispetto dei ruoli e delle persone.
La politica non è scontro di idee è confronto, la diversità di ruolo non è una discriminante ma parti diverse di uno stesso corpo. Ci deve essere confronto, anche vivace e duro, ma sempre nei limiti e nel rispetto politico delle regole e della democrazia.
Poi, dopo il confronto, ognuno è libero di restare delle proprie idee, svolgere il ruolo che l’elettore gli ha assegnato ma pensarla diversamente non da diritto ad offendere la controparte politica com’è purtroppo avvenuto martedì.
“Indegna”, “Bambino minchia” “Fattucchiera Amalia” non sono vocaboli del lessico politico ed invece li abbiamo sentiti pronunciare con disinvoltura e livore soprattutto da parte di chi dovrebbe dare ben altri esempi.
E’ successo questo ed anche di più in Consiglio comunale e questo non va bene. La politica, il governo di una nazione, di una città non è un esercizio individuale o di parte, è un gioco di squadra, ognuno nel proprio ruolo . Qualcuno sembra proprio che continui a non volerlo capire.
Fatta questa dovuta premessa veniamo ora ad argomenti che poi hanno generato lo “scarrozzamento dei vagoni”.
Primo argomento caldo le Zone D3 del PUG e l’attuazione di una sub compartazione.
Dalla relazione fatta dall’Assessore Stasi si evidenziava che l’istituzione dei comparti delle Zone D3, per interventi produttivi- artigianali, era stata sovradimensionata. E’ stato evidenziato che le stesse sono state, per i risultati prodotti, dei fallimenti. I costi per urbanizzare dette zone sarebbero stati così onerosi da scoraggiare gli investimenti.
Sarebbe nata da ciò, secondo l’ing. Stasi, l’esigenza di creare in questa grande distesa una sub compartazione, ossia creare al suo interno delle zone già dotate in larga parte delle opere di primaria urbanizzazione (nello specifico quelle adiacenti alla strada Galatina-Lecce) in maniera tale da incentivare gli operatori economici ad investire. Naturalmente l’approvazione di questa iniziativa avrebbe portato già da oggi a dare un maggiore valore economico a queste zone e quindi diventare un affare anche per i proprietari desiderosi di vendere.
Per la maggioranza si tratterebbe di una iniziativa meritoria che avrebbe, dopo tanti anni di desertificazione di quella parte del territorio da parte delle precedenti Amministrazioni, risolto il problema. Qua, ci sarebbe voluto, in verità, qualche chiarimento da parte dell’ assessore Stasi, che a quei tempi era Dirigente comunale e responsabile della Direzione dell’Urbanistica. Non c’è stato.
Naturalmente di diverso parere le minoranze. “Perchè – ha chiesto la consigliera Tundo – queste agevolazione solo per una parte e non per tutti?”
“E’ una iniziativa che nasce da un’istanza privata e non da una regolamentazione generale” Gli ha fatto eco il consigliere Amante.
“Discuto il cosa ed il come – ha ribadito Sandra Antonica – perché manca una visione di insieme della città e l’iniziativa nasce da una richiesta ed una istanza privata”.
Sottintese ma chiare allusione a qualche proprietario di terreni in oggetto che sarebbero due conosciuti professionisti locali.
L’adozione del Piano attuativo è stato comunque approvato con i voti favorevoli della maggioranza.
Altro argomento all’ordine del giorno sempre all’insegna del “vogliamoci bene” è stata la richiesta di transazione avanzata all’Amministrazione comunale dal dott. Giovanni Maria Tartaro, in qualità di Legale Rappresentante della Clinica “San Francesco” s.r.l. relativa al contributo di costruzione (Bucalossi).
La vicenda prende il via nel 2020. Presentato il progetto esecutivo e fatta richiesta della concessione della relativa licenza, i conteggi effettuati dagli uffici comunali riguardanti gli oneri di urbanizzazione non hanno convinto i proprietari della Clinica, forse perché pensavano ad una esenzione da detti oneri, per cui hanno deciso di far ricorso al TAR.
Con nota del 14.02.2022, c’è stata una parziale inversione di marcia da parte del dott. Tartaro che ha proposto una transazione al Comune di Galatina. La Clinica avrebbe realizzato opere di riqualificazione urbana dello spazio pubblico prospiciente la Clinica San Francesco (Villa S. Francesco) e del posto scoperto a sud dell’edificio scolastico del l° Circolo lungo Via Marche (secondo una proposta progettuale a firma dagli Ingegneri Giuseppe e Luigi Romano) per un importo di € 56.036. a parziale compensazione degli oneri di costruzione.
Con la nuova Amministrazione e nuovi Dirigenti (uno dei quali è ormai fatto oggetto di disdicevoli insinuazioni), è giunta ai nostri giorni in Consiglio la richiesta transattiva e l’approvazione del progetto, che nel corso degli anni ha intanto subito alcune modifiche.
L’impostazione e la valutazione della vicenda chiaramente da luogo ad interpretazioni differenti. Causa del dibattere la bozza di Delibera portata per la sua approvazione in Consiglio che reca percorsi alquanto diversi da quanto, invece, previsto nel progetto esecutivo e sulle cui diversità neanche l’ass. Stasi e il Dirigente Miglietta sono riusciti a dissipare dubbi e sospetti.
Per Stasi e Miglietta il Consiglio comunale avrebbe il solo compito di approvare la transazione senza entrare nel merito della bontà del progetto che, a loro dire, non sarebbe materia di competenza del Consiglio. Dello stesso parere i gruppi consiliari della maggioranza per i quali “L’Amministrazione del fare e subito” non intende perdere tempo e vuole l’immediata approvazione della Delibera per aver riqualificato un posto definito “luogo di degrado, di pericolo e la sera fa paura”.
Di parere opposto i gruppi di minoranza fatta eccezione del dott. Antonaci che poi voterà per “un’algebrica astensione”. Poi magari un giorno ci spiegherà il nesso tra algebra ed astensione.
Placet sia per il gruppo PD che per il Polo Civico alla transazione, no, però, alle difformità tra progetto esecutivo e Delibera che (confermato dallo stesso Segretario Generale dott. Carretto) non sono discinte l’un dall’altro e l’approvazione della Delibera porta all’approvazione automatica anche del progetto sul quale non ci srebbe poi alcun margine di intervento pubblico.
Il progetto, è stato ribadito dalle minoranze, ha subito variazioni negli anni ma in delibera si chiede di approvare uno che agli elaborati tecnici si dimostra essere quasi identico all’originario, in quanto prevede di subordinare al parere della Soprintendenza l’abbattimento della recinzione delle testate Nord e Sud dell’istituto Comprensivo Polo 1.
Inoltre, è stato fatto notare che il progetto originario che quantificava, in 56.036 euro l’importo da scomputare dalla Bucalossi prevedeva lavori che non sono più contemplati nel “nuovo” progetto tipo la realizzazione di marciapiedi, illuminazione, abbattimento del muro della scuola etc. “Non sarebbe stato il caso di quantificare e rivedere le somme rapportandole ai lavori da eseguire?” è stato chiesto.
“Perchè – hanno chiesto ancora le minoranze – non aggiungere in Delibera un emendamento con il quale si dice che il progetto sarà sottoposto alla vigilanza ed al controllo dell’ Ente?
“Il progetto è di un privato e l’Amministrazione non può emettere su di esso giudizi né sulla qualità né sul merito” E’ stato ribadito dalle fila della maggioranza.
“Allora che venga pagata interamente la Bucalossi e poi faremo noi i lavori di maquillagge della Villa ma secondo il nostro progetto non secondo il loro” Hanno replicato le minoranze e qualcuno ha aggiunto maliziosamente “Magari senza l’acqua, pesciolini e uccellini”.
In sintesi i lavori che la Società Tartaro si impegnerebbe a realizzare consisterebbero, sommariamente, nell’abbattimento del muro e della ringhiera del tratto che contorna il lato Sud e la metà posta ad Est ed Ovest della piazza fino al viale centrale.
La ringhiera rimossa verrebbe fusa, ridipinta e collocata sul lato Nord del Viale centrale in modo da lasciare custodita e recintata l’area dei giochi dei bambini.
L’installazione di n.4 telecamere di videosorveglianza rifinitura con mattoncini di cotto nei lati in cui vi è stata la demolizione del muro e un riordino e ripristino dell’aree a verde tramite potatura di alcuni alberi e cespugli.
A tutto ciò, verrebbe aggiunto nel progetto esecutivo, a differenza di quanto scritto nella bozza di Delibera, “Per il momento in attesa che la Soprintendenza dia il consenso all’eliminazione delle recinzioni sulla testata Nord e Sud dell’I.C. Polo1”
Ci sarebbe poi da aggiungere che la parte della villa S. Francesco da cui cui sarà rimossa la recinzione, rifugio nelle ore serali e tardo serali di spaccio ed uso di droga, con ingresso libero, senza alcun deterrente e con scarsa illuminazione diventerebbe… lascio a voi immaginare “il salto di qualità”.