Ora abbiamo online sul sito del Comune anche le istruzioni per la loro caccia.
Galatina – La cosa è risaputa da tempo. E’ risaputa non solo in Puglia ma in tutta Italia ed addirittura nell’intero globo terrestre. Chi vuol cacciare cinghiali, deve venire a Galatina. La città e le sue frazioni sono ricchissime di mammiferi della famiglia dei suidi.
Li vediamo spesso passeggiare e scorrazzare per la città, addirittura li hanno visti dormire sotto l’albero di Natale in Piazza S. Pietro. E’ veramente troppo. Occorre un intervento dall’alto per porre un argine alla sua eccessiva e dannosa presenza in città.
Detto fatto dalle parti delle Attività Produttive meglio conosciute come Suap hanno reso edotti, utilizzando il regolamento regionale pubblicato sul sito online del Comune, i locali cacciatori di cinghiali su modi e forme con cui è possibile cacciare e liberare città e frazioni dal temibile “Sus scrofa Linnaeus” senza incorrere negli strali sanzionatori di qualche stupida legge animalista.
Grazie all’utilissima pubblicazione a fini conoscitivi ed istruttivi i cacciatori di cinghiali di Galatina e Frazioni hanno ora la possibilità di conoscere come può e deve esercitarsi la caccia al cinghiale sia in “battuta o braccata” e sia in “girata“.
Possono anche sapere quale tipo di arma può essere utilizzata e quali controlli sanitari devono essere esercitati sui capi abbattuti.
Bisogna veramente ringraziare l’Amministrazione per la squisita sensibilità dimostrata nei confronti dei cacciatori di cinghiali anche se gioverebbe ricordare che a Galatina esiste ancora una Ordinanza sindacale che vieta, addirittura, sull’intero territorio comunale anche i soli spettacoli circensi in cui sono utilizzati animali.
L’eliminazione di una due darebbe logicità all’altra: o si abroga l’ordinanza sindacale cui facevamo riferimento o si toglie dall’albo comunale online la regolamentazione della caccia al cinghiale. Nel primo caso si metterebbe fine alla querelle cittadina ogni volta che arriva un circo che utilizza animali negli spettacoli, nel secondo caso si eviterebbe il ridicolo pubblicando regolamentazioni che nulla hanno a che vedere con realtà venatorie del nostro territorio.
Di sicuro una delle due è di troppo.