Cronaca/Politica/di Pierantonio De Matteis consigliere di maggioranza
Nel corso del Consiglio Comunale di venerdì scorso il Sindaco ha informato la città rispetto alla periodica relazione della Corte dei Conte che riguarda Galatina.
In realtà, la relazione era già disponibile e pubblicata sul sito del comune di Galatina ma era giusto che si aspettasse la comunicazione istituzionale del Sindaco prima di commentarla politicamente.
In quella relazione c’è un dato che salta agli occhi e che dà il senso dell’enormità degli sforzi che Galatina sta compiendo. Mi riferisco in particolare all’indicatore della tempestività dei pagamenti, che quantifica il ritardo che le amministrazioni in difficoltà accumulano per pagare i loro fornitori oltre i canonici 30 giorni previsti per legge.
Il comune di Galatina pagava mediamente nel 2018 i suoi fornitori con “ben” 70 giorni di ritardo (vale a dire 100 giorni dopo la presentazione della fattura) mentre nel 2020 il ritardo si è ridotto a “soli” 12 giorni. Una riduzione cioè di 58 giorni rispetto a due anni fa che va a beneficio dei fornitori dell’ente, che spesso sono nostri concittadini stessi, ma che va a beneficio dello stesso comune.
Infatti, nel caso di ritardo nel pagamento dei fornitori, ogni ente è tenuto ad accantonare un fondo di garanzia debiti commerciali, la cui percentuale varia dall’1% al 5% della spesa sostenuta per acquisto di beni e servizi, a seconda dei giorni di ritardo rilevati. Considerato che il Comune di Galatina nel 2019 ha sostenuto spese, a tale titolo, per circa € 12.000.000,00, è di tutta evidenza l’impatto che può determinare l’accantonamento a tale fondo sul bilancio dell’ente. Detto in stampatello, minore è il ritardo nel pagamento dei fornitori, più risorse si liberano per la pubblica amministrazione e più servizi la stessa è in grado di fornire ai suoi cittadini.
Un risultato, va da sé, che non è solo frutto del lavoro di questa amministrazione, intesa in senso politico. È il risultato di una combinazione di fattori che partono certamente dall’aspetto politico, ma che coinvolgono necessariamente quello amministrativo (tutti gli uffici, perché ogni pagamento è frutto di una procedura che coinvolge ovviamente più uffici interessati).
Un risultato agli occhi di qualcuno impossibile da realizzare se è vero come è vero che nel corso dell’ultima campagna elettorale c’era chi blaterava di un più conveniente fallimento del comune per farlo ripartire senza i “limiti di spesa” e dopo aver “bidonato” i suoi fornitori. Un risultato che non deve far abbassare la soglia di attenzione e non deve distrarci dall’obiettivo del risanamento economico-finanziario dell’ente unico vero pilastro strutturale sul quale poter ragionare della città del futuro.