Tre progetti, su tre presentati, estromessi dalla gara per mancanza di alcuni requisiti previsti dal bando.

Cronaca/di Redazione

Galatina – E’ stata pubblicata giorni fa la graduatoria definitiva dei Comuni pugliesi ammessi al finanziamento per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, scuole in particolare.

Si è trattato di suddividere una ghiotta torta di circa 160 milioni di euro (79 messi a disposizione dall’UE, 55 dallo Stato e 24 dalla Regione) tra i Comuni che avevano presentato i loro progetti entro la fine dell’agosto del 2018.

Sono stati accolti e finanziati i progetti di 111 Comuni ma con grande sorpresa a far la parte del leone è stata la provincia di Lecce che ha ottenuto il finanziamento di ben 124 progetti presentati da 63 Comuni. Alcuni Comuni hanno visto finanziati ben 4 dei propri progetti presentati, vedi Nardò. Altri ne hanno avuto tre come Campi Salentina etc.

Solita figura barbina, invece, da parte del Comune di Galatina che ha visto al contrario tre progetti, su tre presentati, sbattuti fuori gara per mancanza di alcuni dei requisiti previsti dal bando.

I tre progetti presentati riguardavano l’efficientamento energetico dell’edificio scolastico di via Orazio a Collemeto, quello di via Spoleto a Galatina ed il Palazzo della sede comunale.

Le motivazioni tecniche delle esclusioni sono state la mancanza dello studio di fattibilità tecnica ed economica e la diagnosi energetica redatta da un tecnico abilitato iscritto all’albo professionale.

Si potrebbe pure (ma non più tanto e neanche così spesso) lasciar passare la non ammissione ad un finanziamento per la scarsa bontà tecnica di un progetto ma essere sbattuti fuori per la superficialità e la scarsa professionalità dimostrata di un dirigente che non controlla neanche la documentazione da allegare o allegata è veramente troppo.

A ciò bisogna aggiungere anche la superficialità di chi dovrebbe svolgere il ruolo di controllore politico ma di fatto non lo fa, non basta dire che ha sbagliato il tecnico e quindi la colpa è solo del tecnico perché il principale responsabile di ogni settore della attività amministrativa è il politico che lo presiede.

Aggiungasi poi che a volerlo in quel ruolo, con un bando di gara confezionato su misura, è stata la stessa componente politica al governo e si capirà perché il gioco dello scarica barile non può funzionare più di tanto perché nella responsabilità sono arrotolati entrambi nella stessa carta stagnola.

Se solo riuscissero a capire entrambi (assessore e dirigente) il grave danno che hanno arrecato alla città, dovrebbero entrambi farsi da parte lasciando libero il posto che immeritatamente occupano.