Lettere/di Andrea Salvati
Credo sia necessario riconoscere che il congresso e le primarie dimostrino ancora una volta che il Pd sia l’ultimo partito organizzato e radicato territorialmente rimasto nello scenario politico italiano.
Non ho aderito al PD anche se il mio partito, Centro Democratico, sta partecipando alla costituente ed ha già dichiarato la volontà di confrontarsi con la neo segretaria.
La mia sensibilità politica tende ad andare in direzione ostinata e contraria alle politiche economiche pentastellate che invece sono attrattive, legittimamente, per larga parte della pancia dem che non sempre partecipa alle scelte che contano.
La scelta della segretaria, invece, è interessante e dimostra che si tratta di un partito in qualche modo contendibile (vedi Renzi anche se non è poi finita benissimo per lui…). D’altra parte, parlando in termini di opportunità politica, è la scelta più markettara possibile perché tenta di ricompattare la pancia sull’identità e di creare i presupposti per un’opposizione rigorosa. Ci sarà tempo per tornare governisti, come ha fatto la Meloni che da leader dell’unico partito di opposizione a Draghi ora sembra Draghi stesso con la parrucca bionda.
Nel merito del dato delle primarie in provincia di Lecce mi appare evidente che siano state una grande occasione per mappare i leader locali: nei paesi dove c’è una presenza forte e radicata, al di là della scelta del candidato, c’è stato un risultato netto che va dal 90% in su.
Esempi eclatanti a Gallipoli con un incontenibile Stefano Minerva, a Racale dove Donato Metallo è stato in grado di imporre un risultato bulgaro, a Uggiano La Chiesa in cui Salvatore Piconese, pur minoranza nel suo comune, ha stravinto.
E così via a Copertino con l’assessore Sebastiano Leo, a Patù, regno incontrastato di Gabriele Abaterusso, a Tiggiano, città del segretario provinciale uscente Ippazio Morciano, a Trepuzzi feudo dell’inossidabile Giuseppe Taurino e a Melpignano città di Sergio Blasi.
Non è lo stesso a Galatina dove vi è una vittoria di misura con un 58% a 42%. Nessun gruppo sfonda. Nessuna leadership forte tanto da imporre un candidato. Probabilmente il preludio di una nuova fase post congresso con il relativo rinnovamento compiuto.
L’Italia ha bisogno di un Pd forte e credo che lo stesso sia anche per Galatina.