Cronaca/di Paola Carrozzini consigliere comunale Lista Carrozzini.
Circa un mese fa, un bambino proveniente dal Senegal è stato iscritto alla Scuola Primaria di via Arno – Polo 2 Galatina. Il padre del ragazzino espone la sua merce ai mercati dei vari paesi della provincia; si reca sul luogo di lavoro la mattina presto, troppo presto per riuscire a portare il figlio a scuola per l’orario di ingresso. Quindi, molto spesso il bambino resta a casa oppure segue il papà nel suo lavoro.
Ora, per onorare il Diritto allo Studio e all’Assistenza di cui ogni bambino del mondo dovrebbe godere, la Scuola ha chiesto, sin da subito, aiuto all’Assessore Palumbo, prima in forma verbale, poi in forma scritta, avanzando la proposta di allungare fino a casa del ragazzino, il servizio A/R casa-scuola già in essere in città per pochissimi studenti con disabilità.
E’ pur vero che il bambino non ha le caratteristiche per essere incluso nel gruppo H e per poter usufruire di un servizio ad esso dedicato. Tuttavia si tratterebbe sempre di un disagio sociale che il Dipartimento dei Servizi Sociali non può non prendere in considerazione e tentare di risolvere, se non con la soluzione proposta dalla Scuola, magari con un’altra valida a conseguire con successo lo scopo.
Invece, trascorso poco più di un mese dalla prima istanza di aiuto e collaborazione, l’Assessore, in diversi modi sollecitato a fornire perlomeno una risposta, comunica alla Scuola che a Galatina si sta provvedendo all’assegnazione del servizio di trasporto urbano ad una nuova ditta e che, successivamente a questo fatto, si potrà pensare di risolvere il problema del piccolo del Senegal che, nel frattempo, sta frequentando la scuola sporadicamente.
Tirando le somme, intanto mi chiedo quanto c’entri il servizio di trasporto urbano con questo problema. Poi rifletto sul fatto che il Dipartimento dei Servizi Sociali non sia in grado di trovare la maniera di risolvere un’emergenza sociale di entità così minima. Ed infine ritengo che la risposta dell’Assessore Palumbo non possa fare altro che lasciare tutti davvero senza parole, nel più totale disappunto e sconcerto.