Tante manovre attorno al Cavallino Bianco che si muovono speditamente come speditamente da più parti si muovono i dubbi e le perplessità sulla reale necessità prioritaria dell’opera. In questi giorni è stato dato mandato da parte della Giunta, al Segretario generale dott. Scrimitore, di procedere alla registrazione del logo e del marchio “Cavallino Bianco” presso la Camera di Commercio. E’ stato poi deciso di diventare soci del Consorzio del Teatro Pubblico Pugliese. Infine è stato conferito mandato allo stesso Segretario Generale di avviare tutte le procedure per la verifica dell’interesse culturale dell’immobile del “Cavallino Bianco” .
Ricordiamo che il Comune ha ottenuto per la ristrutturazione dell’immobile un finanziamento regionale di 800 mila euro. Atri 500.000 dovranno essere messi dal Comune di Galatina, un investimento complessivo di 1.300.000 euro a cui si devono aggiungere altri 500.000 euro sborsati dall’ Amministrazione Garrisi per l’acquisto. Son cifre non indifferenti per un comune di medio-piccole dimensione come Galatina.
Tra tutte, però, la cosa più soprendente è la mancanza di un piano programmatico generale di utilizzo, gestione e valorizzazione del Teatro che poi teatro non è mai stato principalmente per la pessima acustica. Il Teatro di Galatina e dei galatinesi è sempre stato il Tartaro nato per essere teatro e non cinema. L’unica cosa di cui si sente parlare è il coinvolgimento del Consorzio del Teatro Pubblico Pugliese. Quante manifestazioni potrà produrre nell’arco di un anno il Consorzio? Consorzio che poi è una entità di natura privatistica e la città in passato con i consorzi ha avuto pessime sorprese e bruciature con conseguenze ancora visibili ed irrisolte.
Consumate dieci o venti rappresentazioni teatrali cosa si farà del teatro per il resto dell’anno? Il Veglioncino dei bambini? Qualche manifestazione scolastica? Qualche esibizione di danza delle palestre locali? Sembrano tanti 1.800. mila euro e se è vero come è vero che per realizzare una casa si parte prima da un progetto ideato sulla carta e poi si passa alla sua costruzione qui si ha l’impressione che si stia seguendo il procedimento inverso.