Rubriche/di Luigi Mangia
La città di Galatina ha una sua identità ed una storia rispettabile. Già nel 1600, la città aveva venti fuochi fiscali, erano la sua forza economica. Galatina era un modello urbano equilibrato nel rapporto città-campagna ed era considerata:” la città delle sciardine”.
I tempi della città sono cambiati, la sua vocazione è stata condizionata dalle classi sociali dei muratori e degli artigiani. La nostra città infatti era quella dei falegnami, dei fabbri e muratori. Verso la fine degli anni 50, a Galatina nasceva l’industria del cemento con l’imprenditore Giovanni Fedele. Non era una scelta ma una vocazione nelle vene della città. Galatina ha avuto un forte sviluppo edilizio, sono nati interi quartieri, causando lo svuotamento del borgo antico in città.
Il consumo del suolo è stato realizzato spesso fuori dal controllo delle regole e la politica del mattone ha realizzato grandi affari. La nostra città era quella degli imprenditori. Ora l’aria è cambiata, ed è cambiata anche la cultura urbanistica. L’architettura infatti è considerata la quarta pedagogia e gli architetti maestri. La rottura fra città e campagna ha evidenziato una grave fragilità, prima sconosciuta, nata dalla crisi del rapporto dell’uomo con la natura.
L’uomo del terzo millennio spegne ed esce dal computer per incontrare la natura, per avere la visione dell’Alba e del tramonto, del pensiero del sole. I palazzi signorili restaurati nel borgo antico della città, coniugano la forza e l’orgoglio di una città nuova pronta ad essere forza di sviluppo come era stata nel Salento nel suo passato. Il nostro centro storico è un gioiello di architettura settecentesca di grande attrazione turistica da valorizzare.
Anche la campagna è ricca e bella di colori e profumi per la sua biodiversità. Il paesaggio agrario conserva ancora il suo fascino legato ad una terra generosa di stupire e dare emozioni. I “tratturi” lungo le campagne potrebbero diventare, per una turismo lento e leggero, alla scoperta scoperta dei volti e dei luoghi se trasformati in ciclovie sicure e accessibili. Ora il PUG è la ciccia della politica con cui si disegna la Galatina del futuro che vogliamo vivere e abitare.
Il dibattito però in città risulta essere i titoli di un film già visto e raccontato tante volte. Chiedo ai candidati alla prima poltrona di Palazzo Orsini qual è il loro disegno di città a cui intendono lavorare per il futuro fino al 2027? Come intendono utilizzare e approfittare l’occasione offerta dai fondi europei nel PNRR? Qual è il modello di città smart in cui finalmente si dia risposta alla mobilità, ai parcheggi e in particolare alla transazione energetica? Le elezioni de 12 Giugno 2022 sono diverse rispetto a quelle del passato, perché sono quelle del cambiamento: ci sono i soldi ma bisogna saperli spendere bene.