L’argomento è complesso e rischia di avere un forte impatto socio economico per molti anni sulla citta’, pertanto va affrontato con la considerazione che merita, atteso che a mio avviso presenta forti criticità in termini di legittimità, merito e metodo.
Partiamo da un dato oggettivo : il deficit patrimoniale accertato nell’ultimo bilancio approvato dalla Fiera di Galatina e del Salento Spa è di circa € 913.000,00 e l’perazione che oggi si sta perpetrando, ritengo, non ha come finalità la tutela degli interessi dei galatinesi, ma ha il preciso scopo di evitare di far emergere responsabilità e inefficienze di chi quel deficit lo ha creato con la “distrazione” di questa Amministrazione che subisce passivamente la regia del Dr. Spagnulo forte di un appoggio politico trasversale.
È opportuno ricordare che a seguito di tale rilevante perdita, con un Capitale Sociale oramai azzerato, la societa’ Fiera di Galatina e del Salento Spa è stata messa in liquidazione e contestualmente viene nominato quale liquidatore unico il Dott. Mauro Spagnulo (già vicepresidente della società). La scelta del liquidatore unico non è stata condivisa da questa amministrazione che aveva, in sede assembleare, proposto la nomina di due liquidatori, a motivo del ruolo delicato dell’organo liquidatorio, quindi tale scelta è avvenuta a maggioranza con i soli voti favorevoli della Provincia di Lecce e della Camera di Commercio che conferiscono al Dott. Spagnulo “tutti i poteri necessari e utili per la liquidazione”.
Giova ricordare che la liquidazione di una società ha sostanzialmente uno scopo : incassare i crediti e pagare i debiti, quando i primi non hanno capienza sifficiente diventa obbligatoria la strada delle procedure concorsuali, vale a dire fallimento, concordato ecc..
Detto questo ritengo che nel nostro caso specifico la possibilità per il Dott. Spagnulo di stipulare un contratto di affitto di azienda durante il procedimento di liquidazione è praticabile solo se tale scelta risponde alle finalità proprie della liquidazione che sono prevalentemente quelle di liquidare il patrimonio e definire i rapporti giuridici pendenti. Ciò può avvenire anche con atti di disposizione del patrimonio sociale, ivi compreso un contratto di affitto di azienda, purché ritenuti “utili” alle predette finalità.
La valutazione dell’utilità dell’ operazione deve essere sottoposta anche all’assemblea dei soci, che – si badi – mantiene il suo ruolo anche durante la liquidazione, con il preciso scopo di valutare la compatibilità del contratto d’affitto alle finalità proprie della liquidazione e scongiurare che ciò possa comportare l’assunzione di un nuovo rischio d’impresa od anche che lo stesso integri gli estremi di un nuovo atto di gestione assolutamente non consentito al liquidatore. Senza scordare poi la necessità di valutare la congruità del canone offerto, la qual cosa non può che essere sottoposta al preventivo vaglio assembleare. Il tutto in funzione sia della tutela del patrimonio sociale, che al fine di prevenire eventuali responsabilità in capo al liquidatore ( artt. 2395 e 2489 c.c.).
Nel caso di specie l’Assemblea dei soci non ha valutato la proposta né puo’ ritenersi abbia deliberato, atteso che la stessa prevede precise formalità in merito sia alla convocazione che alla validità delle delibere ed è composta da tutti i soci e non solo da quelli pubblici come sembrerebbe ritenere il Dr. Spagnulo allorquando afferma che gli stessi sono “unanimemente favorevoli, come risulta dai tre incontri istituzionali tenutisi presso la sala Giunta della Provincia di Lecce”, stabilendo di fatto che egli ritenga ci siano soci di serie A e soci di serie B.
Comunque, pur volendo astrattamente considerare legittimo l’operato del liquidatore in rapporto all’affitto d’azienda per i residui sette anni di durata del contratto di comodato gratuito tra il Comune di Galatina e Fiera del Salento e di Galatina Spa, proprio non si comprende come si possa ritenere compatibile un allungamento della durata dell’affitto in parola a 20 anni in conseguenza della proroga del contratto di comodato di un immobile di proprietà comunale con le finalità proprie della procedura di liquidazione, a maggior ragione senza un preventivo assenso da parte dell’assemblea dei soci.
Vi è poi l’interesse pubblico che un’accorta Amministrazione dovrebbe sempre perseguire e tutelare. La proroga del contratto di comodato intercorrente tra il Comune di Galatina e l’Ente Fiera, ritengo, non tuteli gli interessi dei galatinesi che vorrebbero la conservazione della struttura e il suo utilizzo alle condizioni economiche più convenienti reperibili sul mercato che, con le procedure messe in atto dal liquidatore, non è detto che siano proprio quelle offerte dalla nuova società.
Più chiaramente ritengo che alla scadenza dei restanti sette anni di comodato sarebbe stato nei poteri del Comune di Galatina valutare se il canone percepito fosse quello migliore o se invece fosse opportuno bandire un procedimento selettivo pubblico, strada oggi non percorsa, per poter reperire la migliore offerta possibile.
Permettere e concedere la proroga per ulteriori 13 anni ovviamente impedisce di fatto tutto ciò e la responsabilità non può che ricadere sull’Amministrazione Montagna e in particolare sull’Assessore Forte, delegata alle società partecipate, che , dopo la ben nota vicenda CSA, rischia di essere ricordata come l’Assessore delle partecipate fallite.
Dovremmo poi soffermarci sulla considerazione che tutta l’operazione di salvataggio, quand’anche fosse attuabile e, a mio avviso, non lo è, graverebbe tutta sui galatinesi, atteso che gli altri soci pubblici, Regione, Provincia e Camera di Commercio, si sono silenziosamente defilati con una complice distrazione di questa Amministrazione.
Ma andiamo nel merito dell’operazione che intende fare il liquidatore, per valutarne il grado di attuabilità.
Aiuta riepilogare l’operazione finalizzata, a suo dire “previa congrua falcidia” , a ripianare le posizioni debitorie della società Fiera di Galatina e del Salento spa e a un restyling strutturale del quartiere fieristico :
a) si percepirà un canone di affitto d’azienda pari a € 50.000 per anno (primo anno euro 25.000) che detratte le spese di liquidazione al minimo (compenso del liquidatore e del collegio sindacale) pari a euro 28.827,00 (come da f.do costi e oneri di liquidazione) resterà a disposizione un residuo di circa € 21.172,00.
b) si paventa una proposta di concordato ai creditori, su un arco temporale di venti anni , vale a dire a titolo di esempio che su un debito di € 10.000 si concorda di rimborsate supponiamo il 20% (cosa si intenda per congrua falcidia non è dato sapere, ma poi congrua per chi?) quindi €. 2.000,00 in venti anni , vale a dire euro 100,00 per anno.
È questa una proposta accettabile ed accettata ? Ad oggi non esiste nessun accordo formale con i creditori in grado di supportare questa proposta, che francamente ritengo irricevibile, il che significa che la proroga della durata del contratto di comodato non eviterebbe quello che si sta cercando a tutti i costi di evitare, vale a dire la procedura concorsuale, che avrebbe se non altro il vantaggio di far emergere le responsabilità e le inefficienze di chi quel buco da circa 913.000 euro ha creato e che forse con questo tentativo si sta cercando di impedire.
Prorogare di ulteriori 13 anni il contratto di comodato gratuito alla Fiera del Salento e di Galatina Spa aggiungerebbe ulteriori difficoltà al Comune di Galatina, per almeno altri due decenni, nel rientrare nella piena disponibilità dell’immobile.
Strada, quella del tentativo di rientrare nella piena disponibilità dell’immobile, che è la prima che questa Amministrazione avrebbe dovuto percorrere, con atti formali, quali la richiesta di risoluzione anticipata del contratto di comodato per inadempimento dell’obbligo della comodataria di servirsene per il raggiungimento dello scopo sociale. Soluzione che avrebbe consentito all’ Amministrazione di gestire autonomamente i rapporti con la nuova società o valutare anche l’interesse di altre società e proposte alternative, magari più convenienti, se solo fossero state informate attraverso una proposta pubblica e trasparente, non chiusa e “riservata” a pochi nello studio del Dott. Spagnulo.
Questa domanda l’ abbiamo già posta all’Amministrazione ma non ci è stata data esauriente risposta, cosi’ come oggi ancora non è stata data risposta alla città sulle “cose poco chiare” che il Dott.. Spagnulo ha affermato pubblicamente di aver visto tra le carte della società , atteso che su mia interrogazione precedente il Sindaco dichiarò che ne avrebbe chiesto conto.
In conclusione, nel preannunciare la nostra contrarietà alla proposta di delibera, come Liste Civiche ci riserviamo di valutare qualunque iniziativa, anche giudiziaria, volta a verificare la correttezza dell’operazione nel suo complesso a tutela dei Cittadini Galatinesi.