di p.z.

Organizzato dalla locale sezione del PD si è tenuto ieri a sera un Convegno dibattito sul Piano Regionale Particolareggiato. L’Amministrazione Comunale era rappresentata dal Sindaco Montagna dagli assessori Forte e Coccioli e dai dirigenti dei lavori Pubblici ed Uranistica arch. Taraschi ed ing. Stasi. Presenti anche il Presidente dell’ Ordine Ing. della Provincia di Lecce De Fabrizio, quello degli Architetti Crusi, e quello dei geometri Rizzo. 

Il dibattito è scivolato sull’ evidenziazione delle  incrongruenze di alcune realtà topomastiche esistenti rispetto ai trattegiamenti delle linee paesaggistiche del Piano. Dalla parte tecnica comunale è stata evidenziata la difficoltà, qualora il Piano non fosse adeguato alla effettiva realtà territoriale, di poter operare nel rispetto della legge alla luce principalmente delle responsabiltà del dirigente nelle decisioni adottate. Quali i possibili rimedi? Secondo la quasi totalità dei presenti innanzi tutto dilazionare ogni decisione a livello regionale, poi un dialogo più stretto e serrato tra Assessore regionale ed Enti Pubblici ed infine una conferenza dei servizi di rito abbreviato per porre il definitivo nero su bianco nel pieno rispetto delle realtà esistenti e preesistenti che dovrebbero essere tutelate.

Pochi i pareri divergenti eccezion fatta per i tecnici facenti parte dell’ Osservatorio Tecnico Galatinese per i quali il Piano, così come è è un ottimo piano, rispetta pienamente il territorio e la natura del territorio ormai fin troppo cementificato ed abusato. Bisogna recuperare il patrimonio edilizio già esistente, hanno affermato, aiutare il restauro e permettere soprelevazioni. Per i tecnici dell’ Osservatorio bisogna insomma porre un freno alle nuove licenze e porre una maggior attenzione sul rispetto della legge in materia da parte di chi di competenza.

Insomma tutti d’accordo che il Piano sia indispensabile ma per i più con tanti se e tanti ma, per altri, invece, è da adottare in toto. Unica nota stonata la scarsissima presenza di cittadini che, per rendere l’idea, definirei da “fuori dei giochi del cemento” ma questa non è una colpa degli organizzatori mentre ritengo lo sia, ai fini di un dibattito più completo, per quella dell’assenza dal tavolo dei relatori di qualche dottore agrario, di qualche archeologo ed anche di qualche associazione ambientalista.