Cronaca/di p.z.
Il Comune di Galatina è stato destinatario dell’importo di € 22.538,67 . Detta somma costituisce il 5 per mille dell’Irpef che i cittadini di Galatina, con la propria dichiarazione dei redditi, hanno destinato al proprio Comune.
Nello specifico detta somma è costituita dalla quota relativa all’anno finanziario 2018 (redditi 2017) pari a € 13.873 e quella relativa all’anno finanziario 2019 (redditi 2018) pari a € 8.664.
Questi soldi, secondo le linee guida legislative, dovrebbero essere utilizzati per finanziare progetti ed attività di rilevanza sociale con particolare riguardo a: sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative; finanziamento della ricerca scientifica e dell’università; finanziamento della ricerca sanitaria; sostegno delle attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente; sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi dal CONI a norma di legge.
La Giunta Comunale nella seduta del 4 dicembre con la delibera n. 255 ha deciso di devolvere le risorse provenienti dal 5 per mille dell’IRPEF ai seguenti interventi: erogazione di contributi in favore di nuclei familiari in stato di bisogno; allestimento della sala convegni del Centro Santa Chiara, mediante l’acquisto di apparecchiature elettroniche e pedana; acquisto di attrezzature ed apparecchiature informatiche per il Centro Diurno Santa Chiara; Acquisto di arredi ed infrastrutture presso la sede comunale Servizi Sociali in via Montegrappa.
Fatta eccezione per il primo obiettivo, sicuramente l’unico degno di priorità in un contesto in cui l’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova le attività imprenditoriali ed i nuclei familiari in situazione di fragilità economica e di estremo disagio (naturalmente parlo di chi sta vivendo il vero disagio non quello di chi va al supermercato con i buoni spesa ma ostentando Suv e gioielli), non si riesce a capire l’urgenza di dover dotare la sala convegni del Santa Chiara di pedane, di amplificazioni e di strumenti informatici che peraltro non sembrano proprio rientrare tra gli obiettivi di destinazione del 5 per mille.
Questo criterio mi ricorda tanto lo stolto padre di famiglia quello che per sfamare i figli non compra il pane perché gli scarseggiano i soldi però compra il companatico ed i figli restano affamati.
Alla stessa stregua i nostri amministratori pensano alla sede dei Servizi Sociali di via Montegrappa da arredare ed infrastrutturare (ma non era stata inaugurata, strutturata ed arredata solo qualche anno fa?) e pensano pure alla pedana ed all’amplificazione della sala convegni di Santa Chiara per poi darla in uso gratuitamente ad amici e furbetti di turno.
Non solo, come avrebbero dovuto, non devolvono l’intera cifra verso il vero bisogno ma evitano anche, nel loro atto di indirizzo, di definire la percentuale del finanziamento da destinare ad ogni linea di intervento.
Ma che atto di indirizzo è mai questo? Sarà, dunque, l’assessore al ramo a decidere individualmente le quote divisorie dei pani e dei pesci? Oppure la solita dott.ssa Bianco? Chissà quando sarà fatta un’operazione di trasparenza sull’operato dei servizi Sociali?
Infine un’ultima considerazione. Nel Centro diurno di S. Chiara vengono svolte attività sociali la cui gestione è assegnata all’Ambito Territoriale Sociale. L’Ambito è formato dalla compartecipazione di sei Comuni del comprensorio. Detto ciò chiedo: non dovrebbe essere l’Ambito a finanziare l’acquisto di mezzi e strumenti finalizzati all’esercizio di attività che riguardano problematiche comuni dell’intero territorio dell’Ambito?