Cronaca/di p.z.

Come appreso dal Sindaco Amante, attraverso il suo Avviso Pubblico, le mascherine protettive fornite dalla Regione Puglia (non dal presidente Emiliano, come vorrebbe far intendere l’estensore dell’Avviso, visto che di tasca propria il Presidente non ha messo nulla ) sono state 10.000.

Dallo stesso Avviso ho appreso anche le modalità di distribuzione delle stesse ai cittadini e le priorità da soddisfare. Sono rimasto, però, perplesso nel leggere che fosse a disposizione dei cittadini richiedenti una sola linea telefonica.

A conferma delle mie perplessità questa mattina mi sono giunte numerose telefonate di cittadini che hanno lamentato la difficoltà di mettersi in contatto con la Protezione Civile.

Ho provato anche io, non per le mascherine ma per una verifica, ed ho dovuto constatare che il problema esisteva realmente. Una volta riuscito ad ottenere il contatto i volontari mi hanno confermato che il telefono è stato incandescente per tutta la giornata e purtroppo a disposizione vi era soltanto una linea telefonica.

Hanno, però, tenuto a rassicurare che la distribuzione dei presidi protettivi proseguirà sino ad esaurimento della merce anche nei prossimi giorni per cui è inutile concentrarsi tutti nella stessa giornata anche perchè non è possibile riuscire a soddisfare più di 50 richieste al giorno.

Mi ha sorpreso il fatto che si stessero distribuendo confezioni di 4 mascherine a richiedente, due chirurgiche e due monouso, in quanto, secondo disposizioni avute, il criterio di distribuzione si basava sul numero medio di componenti di un nucleo familiare.

Resta da capire a tal proposito il perché anche un nucleo monoparentale debba usufruire di una confezione di 4 mascherine lasciando così fuori fornitura altri cittadini.

Mi chiedo se sia veramente indispensabile sottoporre a questo stress cittadini richiedenti, volontari della Protezione civile e…telefono.

Considerato che a Galatina abbiamo circa 400 persone che usufruiscono il reddito di cittadinanza, considerato che una larga parte di essi non è impegnata in alcun progetto di lavoro, considerato che i Servizi Sociali hanno l’elenco di tutti coloro che hanno usufruito dei buoni spesa, di tutti coloro che vivono situazioni di fragilità sociale e/o disabilità, si sarebbe potuto provvedere, tramite l’utilizzo dell’anzidetta categoria, alla distribuzione domiciliare dei presidi protettivi.

In alternativa, visto che sento parlare molto spesso, purtroppo solo quello, di attività di sostegno alle attività commerciale non sarebbe stato più logico riservare un certo numero di presidi per le persone che vivono particolari forme di disagio ed il resto metterlo in distribuzione presso alcune attività commerciali in maniera tale da creare un’occasione di contatto tra cittadino e commerciante?

Forse sbaglierò ma l’impressione è che questa Amministrazione si stia arroccando sempre più su se stessa e non lo so se per arroganza o per masochismo politico. Certe situazioni, le emergenze in modo particolare, vanno affrontate collegialmente senza distinzione tra maggioranza e minoranza. La realtà parla purtroppo una lingua diversa.