Moscara (Cgil) e Toma (Fillea): “La sicurezza non sia solo un fatto burocratico. Bisogna evitare provvedimenti spot per cambiare cultura e politica. A Lecce la Prefettura riprenda il protocollo con Cgil, Cisl e Uil con azioni concrete”

Cronaca/CGIL-Fillea

Ancora una morte sul lavoro in provincia di Lecce. Questa mattina a Galatina, durante l’allestimento di un cantiere, ha perso la vita Maurizio Misciali, operaio di 47 anni.

“Alla famiglia ed ai suoi colleghi va il cordoglio della Cgil e della Fillea Cgil”, dicono i segretari generali delle due organizzazioni, Tommaso Moscara e Luca Toma. “Sarà compito degli organi ispettivi e della magistratura stabilire eventuali responsabilità su quanto accaduto. Quel che non ci stancheremo mai di rivendicare è l’urgenza di un diverso approccio al modello di società, di economia e di fare impresa per cambiare il valore che si assegna al lavoro. Che non va inteso solo come strumento di fatica, di arricchimento per altri e di subalternità culturale. Il lavoro, oggi svilito, è il principale strumento di accesso alla cittadinanza piena, un mezzo per realizzarsi come persone e per sostenere la propria famiglia: non può, non deve, essere un luogo di morte. Non possiamo accettare che, nella spasmodica ricerca del profitto, le morti sul lavoro siano considerate alla stregua di un danno collaterale”.

L’incidente, il terzo con esito mortale nel giro di poche settimane in provincia di Lecce, si è verificato proprio a poche settimane dall’entrata in vigore della patente a crediti, il provvedimento pensato dal Governo per dare una risposta dopo le stragi di Brandizzo e Firenze: “Non abbiamo mai fatto nostre le logiche emergenziali di alcune risposte normative, fornite sull’onda dell’emotività. Meglio far prevalere il rispetto per le famiglie e per i lavoratori. La patente a crediti, per come è stata formulata dal Governo con i meccanismi di recupero previsti, di fatto non è uno strumento che qualifica le imprese e le responsabilizza. Così non salverà alcuna vita. Se non cambia politicamente e culturalmente l’approccio all’idea che si ha del lavoro, rischiamo che la sicurezza sul lavoro rimanga sulla carta, un adempimento formale che, in concreto, non salvaguarda le condizioni di lavoro”, dicono i sindacalisti.

L’alto tasso di irregolarità, la carenza di controlli e controllori, la produzione di norme che prolificano la burocrazia senza agire nel concreto, le lacune in fatto di cultura della sicurezza sono tra le cause di una strage continua alla quale non ci si deve rassegnare: “In provincia di Lecce stiamo pagando un dazio altissimo ad un generale abbassamento del livello di attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro. Per questo con Cisl e Uil chiediamo al prefetto di rilanciare il protocollo di intesa, facendolo però vivere con azioni concrete capaci di incidere sulla cultura della sicurezza tra i lavoratori, tra le imprese e tra i decisori politici”.