La ditta Tundo cita in giudizio il Comune. Vuole quattro anni di proroga del servizio TPL ed il risarcimento danni.

Cronaca/di pietro zurico

Ancora una volta sono costretto a ritornare a parlare del trasporto locale pubblico…e non certamente in termini positivi. Ancora una volta sono costretto a parlare della ditta Tundo…e non certamente in termini positivi.

Citando un vecchio detto napoletano ho titolato “Cornuti e mazziati” perchè sebbene colorita è un’espressione che rappresenta al meglio la situazione grottesca in cui si è aggrovigliata l’intera vicenda.

La città, i suoi amministratori i suoi cittadini da parte lesa si ritrovano oggi a doversi difendere dall’accusa di aver leso un presunto diritto alla ditta Vincenzo Tundo e pertanto citati in giudizio davanti al TAR con la richiesta, oltre al riconoscimento del presunto diritto, anche il risarcimento danni per la mancata una proroga della gestione del servizio di trasporto Pubblico Locale sino al 2026.

Dopo aver assistito ad interrogazioni consiliari sulla gestione approssimativa del servizio con mezzi inadatti a garantire la sicurezza di autisti e passeggeri, dopo aver assistito al mancato pagamento degli stipendi da parte della ditta ai propri autisti, ragion per cui il Comune ha dovuto sopperire alle sue inadempienze, dopo aver gestito senza alcun titolo legittimante in regime di proroga il servizio, dopo aver avuto una delibera con effetti retroattivi per colmare un vuoto che di fatto avrebbe impedito anche la proroga tecnica, il sig. Tundo cita in giudizio davanti al TAR il Comune di Galatina.

La motivazione alla base della citazione in giudizio è quella che la Giunta comunale non ha ritenuto “percorribile … l’ipotesi della proroga ipotizzata dalle disposizioni normative derogatorie dalla Regione Puglia, e riferite agli Enti Locali interessati …” ossia che la ditta in questione non aveva i requisiti previsti dalla regione Puglia per poter essere destinataria di una proroga quadriennale del servizio”

La Giunta comunale con l’atto deliberativo n.77 del 21/02/2023 ha pertanto deliberato di resistere al giudizio innanzi al Tar per la Puglia, Sezione II di Lecce, affidando il relativo incarico di patrocinio legale all’avv. Luigi Quinto, con studio in Lecce, per un compenso concordato, per l’intero grado di giudizio, nella misura massima complessiva di € 6.631,00.

Ecco, questa è proprio una di quelle situazioni in cui il detto napoletano calza a pennello: “Cornuti e mazziati”.