Cronaca/ di Leonardo Donno deputato M5S
«I due imprenditori galatinesi, i fratelli Marra, finiti in arresto nelle scorse ore, soltanto un anno fa invocavano l’aiuto del Governo sulla mia bacheca fb, chiedendo di incontrarmi. Lo facevano ogni qual volta annunciavo, tramite appositi post, tutte le azioni che il Governo intendeva mettere in campo nella battaglia contro il gioco d’azzardo e la ludopatia».
Ad annunciarlo, all’indomani dell’operazione della Guardia di Finanza, è Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei Deputati del Movimento 5 Stelle, originario e residente a Galatina.
«La loro insistenza era dovuta anche alla mia mancata risposta alle loro reiterate richieste di incontro, tuttora visibili sulla bacheca» spiega Donno.
Nei commenti in questione (FOTO IN ALLEGATO) i fratelli Marra rivendicano la propria onestà, chiedendo un incontro anche con Di Maio, rimarcando di voler combattere in prima linea la ludopatia e invocando una stretta sulle lobby.
“Noi gestori della filiera onesta e lavoratori da 70 anni – scrive Massimiliano Marra in un primo commento – stiamo subendo estorsioni dalle lobby che ci hanno messo sul lastrico e siamo pieni di debiti. La lottomatica – continua – è gestita dalla famiglia D’Agostino. Indagate, fermateli se non siete compromessi con loro. State distruggendo gestori che lavorano da una vita, onestamente. Noi non siamo comandati da nessuno -si legge ancora- voi siete al servizio delle concessionarie, alcune hanno un prestanome ed è Messina Matteo Denaro, protetto da voi politici”.
In un secondo commento è Alberto Marra a scrivere: “Io credo che lei come onorevole debba essere portavoce del giusto – si legge – io sono un cittadino che vuole confrontarsi con le istituzioni e vorrei un incontro con lei. Purtroppo chi non è un tecnico del settore può anche commettere errori, ma sbagliando si impara”. Il commento poi prosegue: “Vorrei dare soluzioni al problema della ludopatia – aggiunge Marra – ma serve un confronto al quale il suo leader non vuole acconsentire”.
Posizione, questa, rimarcata in un ennesimo commento. “Noi gestori di piccole e medie imprese (..) non vogliamo essere complici e responsabili di questo genocidio governativo – scrive lo stesso Alberto – genocidio che non si ferma di fronte alla salute pubblica del cittadino che debole del vizio del gioco non si rende conto che perde ancora di più. È questo Governo che ci impone di installare macchine micidiali, ma ora ci rifiutiamo – conclude – noi non siamo assassini e non favoriremo questo sporco imbroglio”.
A fronte di questi messaggi Donno rivolge un appello a tutti gli imprenditori dell’hiterland galatinese. «Denunciate, non abbiate paure – dice, rivolgendosi direttamente ad altre potenziali vittime rimaste nell’ombra – la Giustizia è l’unico mezzo in grado di combattere la sfrontatezza di queste persone, forti di avere le spalle coperte da clan ben radicati sul territorio. Ci vuole coraggio -aggiunge- io, dal canto mio, resto a disposizione. L’unione fa la forza. Soltanto così la mafia avrà i giorni contati».