La femminilità riportata ad una dimensione di incontro ed allo stesso tempo di fusione con la natura.
L’ex convento delle Clarisse ospiterà giovedi alle ore 19.00 Amor mortis, Voci di donne tra albe e tramonti, con le attrici Barbara Castrignanò e Anna Stomeo del Gruppo teatrale di sperimentazione Itaca Min Fars Hus.
Questo spettacolo è stato voluto dal presidente della Pro-Loco di Galatina, Nino Rigliaco, che ha creduto in loro. Le attrici attraverso l’evocazione di ancestrali sonorità mediterranee raccontano storie di oggi ricorrendo alla testimonianza diretta evocando il passato in una specie di sospensione temporale in cui l’alba si intreccia al tramonto, l’aspettativa al disincanto, l’illusione alla delusione. Narrano storie di donne che lungo la loro vita hanno incontrato la violenza del loro uomo e ne sono state vittime, fino a percepire sul loro corpo il legame tra amore e morte inteso come ineludibile destino. Il loro dolore fa scaturire una profonda riflessione che va oltre l’indispensabile denuncia del femminicidio. Rievocano sensazioni, affetti, odio, paura in un continuo fluire di suoni e parole confondendoli con le mitiche immagini e con i richiami ancestrali che riportano la femminilità ad una dimensione di incontro e allo stesso tempo di fusione con la natura. Tre le figure femminili, Demetra, il simbolo della capacità delle donne di generare mentre Medea e Cassandra testimoniano due modi diversi di affrontare il dolore femminile. Nelle voci delle donne che danno vita allo spettacolo il dolore si fa sospiro e il sospiro si fa canto. Sospirare e trasformare il sospiro in un canto liberatorio, sembra la sola alternativa alla rassegnazione e al silenzio cui sono state condannate per secoli le donne. Tra le righe emerge una “cerimonia collettiva” sottolineata dalla ritualità dei gesti e dal risalto dato ad alcuni archetipi e oggetti simbolici, come l’acqua, la pietra, il mare e la terra che richiamano la nascita e la rinascita della Vita oltre la violenza e la morte.