Presenti insieme al Sindaco Montagna ed all’assessore Coccioli , l’ass. regionale Barbanente, il segretario regionale del PD, Sergio Blasi e il capogruppo regionale Pino Romano.
I lavori sono cominciati con il saluto ed una nota introduttiva del Sindaco di Galatina Cosimo Montagna che ha poi ceduto la parola al segretario regionale del PD Sergio Blasi per illustrare il Piano Rifiuti regionale. Ne è scaturita una lunga disssertazione su come il rifiuto da costo possa trasformarsi in risorsa attraverso il procedimento delle tre R ossia Recupero-Riciclo-Reimmissione.
E’ questo, per Blasi, il procedimento virtuoso che trasforma lo scarto in denaro ma per fare ciò occorre che le regole del gioco siano ben chiare e ben scritte e che la politica riacquisti il suo primato nelle sedi e nei procedimenti che contano. La spazzatura deve diventare una risorsa non un problema per i Comuni, risorsa perchè significa abbassamento dei costi perchè è eliminazione dei termovalorizzatori e perchè tramite il compostaggio anche l’umido diventa una risorsa. Il suo esempio è Melpignano che ricava 25 mila euro l’anno dalla vendita dei prodotti della differenziata e che ogni anno vengono investiti in libri gratis per la scuola e buoni per gli universitari.
Del Piano Particolareggiato si è occupata, l’assessore regionale Barbanente che ha preannunciato che oggi in Giunta verranno apportate due modifiche con le quali verranno aboliti alcuni commi degli articoli 105 e 106 del PPTR. Ha evidenziato le difficoltà avute ad interloquire con la burocrazia romana assai rigida e assai poco malleabile. Molti ostacoli, ha spiegato, ad alcuni contrasti stridenti tra regolamenti nazionali e realtà locali si son potute superare solo grazie al Ministro Bray con il quale la burocrazia ha finalmente ” ceduto un pò di spazio alla politica all’interno degli uffici”. Il Piano è cultura dell’ambiente non è come lo hanno definito alcuni un “approccio autotitativo” ed ogni criticità può essere attenuata o eliminata attraverso il confronto e le segnalazioni sia private che pubbliche. Ciò che il PPTR intende realizzare, ha sottolineato l’assessore e che venga continuamente consumato il il territorio rurale attraveso continui assedi ed accerchiamenti alle zone protette. Compito del Piano è rigenerare e riqualificare il paesaggio nel rispetto del Codice.
Avevamo accennato all’abolizione del secondo comma dell’art. 105 ed al 106 per ciò che riguarda alcune norme transitorie sui Piani urbanisticiche in sintesi significa che situazioni preesistenti che hanno operato nel rispetto dei strumenti urbanistici comunali saranno salvaguardate e non assoggettate ai nuovi vincoli di piano, resta salvo insomma ciò che è stato adottato dai Comuni.
Qui è cominciato un cammino faticoso dell’assessore che ha cercato di non far capire che il Piano sta per essere stravolto perdendo qualsiasi suo significato originario soprattutto quando ha affermato che ogni situazione sarà, anche in futuro, suscettibile di variazione qualora i Comuni le richiedano. Per ogni situazione richiesta ci sarà una Conferenza dei Servizi che valuterà e magari modificherà. Insomma non è e non sarà un piano rigido ma variabile direi anzi elastico, sarà la firma dei tecnici comunali a far stabilire se esiste o meno una giusta interpretazione di un vincolo insomma la responsabilità così come la giusta interpretazione sarà un loro compito e ciò ci porta a chiederci a cosa serve un Piano se ha bisogno di essere ogni volta interpretato. Il rischio è che si finisca a non far decidere nulla ai tecnici per non rischiare nulla oppure di trasferire quei fermagli che l’assessore ha incontrato nella burocrazia romana negli uffici di ogni Comune della Regione.