Se poi i bugiardi sono in molti la verità e sotto i nostri occhi. Nota della Regione Puglia che la dice lunga sulle macchiette politiche locali e sulla sorte del S. Caterina Novella decisa sull’asse Bari-Gallipoli-Scorrano.
Cronaca/di pietro zurico
Falsi ed ipocriti, degni protagonisti della tragicommedia ” Le Tartuffe ou l’Imposteur” di Molière.
Questo è l’accostamento istintivo che ci sovviene guardando i tanti teatranti, spesso banali comparse, che recitano un ruolo in questa commedia dal finale tragico che si ripete da anni sulle sorti dell’Ospedale Santa Caterina Novella.
Peccato che non ci sia nulla da ridere visto che parliamo di diritto alle cure e all’assistenza in una sanità pubblica oramai quasi distrutta.
Una riflessione che ci è sorta spontanea leggendo la nota della direzione ASL Lecce (allegata) in risposta ad una sigla sindacale che chiedeva informazioni certe sulla paventata chiusura punto nascita nell’Ospedale di Galatina.
Il Re è nudo e lo dichiariamo ancora una volta.
Una nota striminzita di otto righe che parrebbe dire poco o nulla ma che invece dice tutto.
Ci dice che è stata già inviata agli uffici preposti in Regione una bozza di atto aziendale per un “preliminare confronto congiunto in un’ottica di riorganizzazione della rete ospedaliera” alias si prospettano nuove chiusure di reparti nell’Ospedale di Galatina;
Ci dice che “è stato ipotizzato un modello che possa garantire le linee assistenziali strutturali indispensabili alla dignità di ospedale” bontà sua Direttore Generale, quale sconfitto dovrà ringraziarla per avergli concesso almeno l’onore delle armi ? Non lo sappiamo, ma certamente non la ringrazieranno i galatinesi e tutti gli utenti salentini;
Ci ricorda che i Punti Nascita aziendali, tranne il Fazzi, “garantiscono attualmente in media CIRCA 500 parti annui”. CIRCA ? Un termine che come ben descrisse il grande Totò nella sua “Livella” vorrebbe mettere tutti sullo stesso piano, ma così non è. Lo abbiamo evidenziato negli articoli dei giorni scorsi e lo ribadiamo: il Punto nascita di Gallipoli mai nella sua storia (forse solo nel 2022) ha superato la fatidica soglia dei 500 parti sotto il quale il Ministero li considera pericolosi, quindi da dismettere; il Punto nascita di Scorrano ha si raggiunto i CIRCA 500 parti ma solo negli ultimi anni. Tutto ciò malgrado la politica regionale guidata da qualche “manina” locale li abbia elevati a Primo Livello e abbia cercato di sostenerli chiudendo i PN di Copertino e Casarano.
Le donne partorienti decidono in autonomia dove far nascere i loro bebè, e sembrerebbe che la strada per il Punto nascita di Gallipoli sia poco gradita, malgrado sia a quattro corsie. Fatevene una ragione.
La nota della Direzione Generale continua affermando che “è necessaria una razionalizzazione organizzativa che dovrà assicurare un percorso nascita in totale sicurezza”. Crediamo si cerchi di tirare in ballo la mancanza del reparto di Terapia Intensiva a Galatina e che “per caso” proprio nelle ultime settimane è stata attivata nell’Ospedale di Gallipoli in fretta e furia a discapito dell’Ospedale di Casarano che ha visto una “chiusura temporanea” (vi ricorda qualcosa?) del suo omologo reparto. La sicurezza della partoriente e del nascituro si pongono certamente al di sopra di ogni considerazione ma non ci risulta che negli ultimi decenni nel Punto nascita di Galatina si siano verificati eventi tragici per la mancanza del reparto di Terapia Intensiva anche perché gli anestesisti sono presenti in struttura h24 ed hanno sempre garantito la sicurezza del percorso, collaborando con il reparto di ostetricia tanto che il Punto Nascita galatinese ha il più alto numero di parti in “analgesia” tra i tre. Fatto non secondario sia sotto l’aspetto sanitario, garantisce alle partorienti la gioia di essere vigili e sveglie nel lieto vento, che economico perché abbatte sensibilmente il ricorso al taglio cesareo, che tanto incide sulle economie della nostra sanità regionale.
Approfondiamo però il concetto di sicurezza e chiediamo se si ritiene sicuro ed in linea con le direttive nazionali un Punto Nascita in un Ospedale (Scorrano) privo di servizio trasfusionale e senza banca del sangue o se si ritiene sicuro ed in linea con le direttive nazionali un Punto Nascita in un Ospedale (Gallipoli) in cui i reparti di Ostetricia e Pediatria ma ancor peggio sala parto e sale operatorie sono dislocati in luoghi diversi, addirittura in palazzine diverse.
Non ci risulta siano in linea con le linee nazionali richiamate che a quanto pare sono utilizzate a convenienza.
Una domanda qui la porgiamo su un argomento che proveremo ad affrontare nei prossimi giorni, perché nell’Ospedale di Galatina oggi non è presente il reparto di Terapia Intensiva ? Può essere che anche ciò sia parte di quell’idea di qualcuno che vuole la chiusura dell’Ospedale ?
La cornice a questa tragicomica nota la mette il richiamo nell’ultima riga alla “sostenibilità economica, nel rispetto delle linee guida nazionali e regionali”. Oltre il danno la beffa. Avete chiuso talmente tanti reparti senza aprire quelli che voi stessi avevate previsto che oggi l’Ospedale di Galatina non può raggiungere il pareggio di bilancio richiesto, perché non crediamo sia necessaria una laurea in economia aziendale per comprendere che i costi generali incidono in modo determinante al punto di renderlo inevitabilmente “antieconomico” . Permetteteci allora di sospettare che tutto possa essere stato il frutto di una precisa strategia portata avanti passo dopo passo per rendere “inevitabile e necessaria” la chiusura dell’Ospedale.
Ci sarebbe tanto da dire ancora, probabilmente lo faremo nei prossimi giorni, ma ancora una volta vogliamo chiudere con l’auspicio cha la politica locale di ogni colore, ma ancor prima il Sindaco Vergine a cui spetta oggi l’onore di rappresentare la città, decidano di abbandonare questa commedia dal finale già scritto, ci risparmino i comunicati di facciata tanto sterili quanto inutili, funzionali forse solo a “salvare la faccia”, e decidano di combattere questa battaglia di civiltà sul campo, a tutela dei del diritto di cura e assistenza di tutti noi.